“Prevenzione e contrasto alla droga sono priorità sociali per le quali la Regione, ATS Bergamo e tutti soggetti preposti sono in campo con interventi diversificati e diffusi sui territori”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco, intervenendo a Palazzo Pirelli alla presentazione dei risultati relativi all’indagine sul consumo di droghe nella pianura bergamasca.
Iniziative nelle scuole
“La Regione – ha proseguito Franco – si attiva per l’analisi del bisogno, per poi procedere con la programmazione pubblica degli interventi in modo da implementare i servizi. In quest’ottica ATS Bergamo, in collaborazione con ASST e privato sociale, mette in campo attività rivolte ai giovani nelle scuole e nei luoghi di ritrovo. Negli istituti scolastici sono attivi 4 progetti suddivisi per grado scolastico ed età dei ragazzi, così da veicolare il messaggio con le modalità e il linguaggio più consono”.
Progetto ‘Safe driver’
“Si interviene – ha detto Franco – anche nei luoghi di divertimento. Esistono diversi progetti finanziati da Regione Lombardia sui territori di ASST Papa Giovanni XXIII, ASST Bergamo OVEST e Ambito territoriale Isola bergamasca. Tra questi, ad esempio, il progetto ‘Safe driver’, per ricordare che chi guida la macchina deve essere assolutamente sobrio”.
“Quando la prevenzione purtroppo non raggiunge l’obiettivo – ha sottolineato Franco – interviene il Sistema delle Dipendenze per gestire quelli che ormai sono diventati pazienti, con un particolare percorso per i giovani e per i casi psichiatrici”.
“Il terzo passaggio – ha evidenziato Franco – è la cura per coloro che sono diventati cronici e restii al recupero. Per questi casi, oltre al lavoro dei medici e dei terapisti, dobbiamo incrementare i servizi residenziali attrezzati in modo adeguato”.
Approccio a 360 gradi
“Certo – ha concluso Franco – la battaglia è lunga ma non ci deve spaventare. Occorre migliorarsi continuamente e usare tutti i mezzi, di prevenzione e di cura, perché le persone entrate nel tunnel della droga possano vedere la luce. L’approccio deve essere a 360 gradi. Quindi nelle scuole, nei luoghi frequentati dai giovani, nelle famiglie, negli ospedali, nei centri di ascolto, nell’ ASST e nelle istituzioni. Ognuno può mettere un tassello fondamentale per raggiungere il risultato finale”.
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