Hanno preso avvio, in streaming, gli ‘Stati Generali’ della famiglia, a cui hanno preso parte, oltre al governatore Attilio Fontana e all’assessore regionale Silvia Piani, il ministro per la Famiglia e le Pari Opportunità Elena Bonetti; il vicario della Diocesi di Milano Luca Bressan; il presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo. E il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo. Presenti anche Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Simone Pillon, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica di Milano. Infine, Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia.
Al centro dell’attenzione degli Stati Generali della Famiglia i bisogni emergenti
Nel corso dei lavori, si è parlato di bisogni emergenti, di denatalità, di conciliazione vita-lavoro, di revisione degli strumenti a livello nazionale e regionale.
Fontana: istituzione di un Assessorato alla Famiglia e di Pacchetto famiglia sono segni tangibili di attenzione
“Regione Lombardia – ha affermato il presidente Attilio Fontana, portando il suo saluto – mette da sempre al centro delle proprie scelte e delle proprie politiche, la famiglia, che è nucleo sociale imprescindibile per lo sviluppo, la tutela e il supporto dell’individuo. Da qui l’istituzione di un Assessorato ad hoc. E poi, negli ultimi mesi, la predisposizione di un ‘Pacchetto Famiglia‘, provvedimenti mirati a dare immediato respiro a chi è stato provato dal Covid, che è la prova di come, creando iniziative efficienti, è possibile non lasciare indietro nessuno”.
“Quella odierna – ha continuato il governatore – è quindi una tappa importante per avviare un laboratorio progettuale che porterà alla sistematizzazione di un quadro normativo davvero rispondente ai bisogni attuali delle famiglie, anche alla luce del difficile periodo che hanno vissuto nel corso di questo anno drammatico”.
Inverno demografico e fragilità, le nuove sfide evidenziate dagli Stati generali della famiglia
Come evidenziato anche dai dati statistici, infatti, la pandemia è stato un acceleratore culturale fortissimo, che ha modificato stili di vita, abitudini e relazioni, ponendo le famiglie di fronte a improvvise fragilità e lutti, ma anche a sfide nuove e sconosciute, dall’attuazione dello smart working all’assistenza ai figli nella gestione della didattica a distanza. I numeri a disposizione dell’Istat raccontano un vero e proprio inverno demografico. Il saldo tra i morti e i nati non è mai stato così sfavorevole e, il dato 2020 sull’aspettativa di vita, in Lombardia, ci dice che è tornata indietro di 20 anni. La paura ha generato denatalità, ma anche de-progettualità, se è vero che anche i matrimoni, in questo anno difficile, sono diminuiti del 60%.
Piani: gettato le basi per riformare la legge sulle politiche per la famiglia
“Da questa prima e proficua plenaria – ha spiegato l’assessore alla Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità Silvia Piani – sono emersi gli spunti che genereranno il lavoro intenso che porteremo avanti nei prossimi mesi attraverso dei tavoli tematici. E’ stato un incontro di prospettiva che ha avuto il merito di gettare le basi del percorso per riformare la legge lombarda sulle politiche familiari”.
Servirà confronto articolato e coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse
“E’ chiaro che si tratta solo del primo passo – ha puntualizzato Piani – . Servirà, tuttavia, a portare avanti un’attività di confronto molto più articolata di revisione di una legge ormai obsoleta. La quale non è più adatta a rispondere ad esigenze che con gli anni sono profondamente mutate. Lo cogliamo, infatti, attraverso le richieste che ci arrivano ogni giorno dai nostri portatori d’interesse. Si tratta dei membri delle famiglie lombarde. Per ammodernare l’impianto in un’ottica più attuale e giungere ad un documento finale di sintesi, occorrerà dunque, affrontare i temi della denatalità e del lavoro al femminile. Ma anche delle famiglie monogenitoriali, dei genitori separati, dell’adozione. Delle nuove fragilità. Dovremo inserire, a pieno titolo, in questo processo di revisione, tutti gli attori che ne sono ogni giorno coinvolti. Sto parlando dei rappresentanti dell’associazionismo familiare, dei sindacati, degli enti locali. Oltre alle banche, sino alle aziende che danno lavoro alle mamme e ai papà. Sono convinta che serva, oggi più che mai, un approccio multidisciplinare alle tematiche familiari”.
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