Da Regione indicazioni per accesso a unità socioassitenziali ‘SFA’ e ‘CSE’

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La Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’Assessorato alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, ha approvato una delibera relativa alle indicazioni per l’accesso alle unità di offerta socioassistenziali e per lo svolgimento delle attività nelle unità di offerta sociali rivolte alle persone con disabilità a carattere diurno, ovvero il Servizio Formazione all’autonomia per persone disabili (SFA) e il Centro Socio Educativo (CSE).

Regolamentazione degli accessi

Nello specifico, si forniscono indicazioni sia per quanto riguarda la regolamentazione degli accessi da parte di esterni nelle unità d’offerta sociale di tipo residenziale e diurne a carattere aggregativo per minori, anziani e disabili, e sia per l’accoglienza degli ospiti in strutture socioassistenziali residenziali e non residenziali distinguendo il setting semiresidenziale/diurno e il setting domiciliare. “Di norma – ha spiegato l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità – l’ingresso è consentito a coloro che sono in possesso di Certificazione verde. E comunque sempre nel rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio. L’accoglienza di nuovi ospiti è, inoltre, subordinata al completamento delle procedure di immunizzazione. Inoltre, laddove non fosse possibile, dovrà avvenire nel rispetto delle misure di prevenzione. E che queste tengano anche conto dello stato vaccinale degli ospiti già presenti”.

Aggiornamento piano organizzativo e di prevenzione

Tutte le unità di offerta sociali dovranno inoltre aggiornare il piano organizzativo di prevenzione e gestione del rischio. Nonchè realizzare o partecipare a iniziative di formazione e informazione sulle misure di prevenzione del contagio e sull’utilizzo dei DPI. E, infine, individuare un referente per la prevenzione e controllo delle infezioni da Covid-19.

La lezione dell’emergenza sanitaria

“L’emergenza sanitaria – ha spiegato l’assessore – ha reso ancor più evidente la necessità di un superamento dei modelli di intervento che si sono consolidati nel corso degli anni. Con l’inasprirsi delle misure di contenimento, le sedi dei servizi semiresidenziali per persone con disabilità sono state progressivamente chiuse. Ciò per ridurre il rischio di contagio, garantendo interventi individuali a domicilio, accessi individuali al servizio per esigenze specifiche. E ponendo ulteriore attenzione a personalizzare le proposte e a tutelare le persone. Per tutti è stata avviata un’attività a distanza, uno stare accanto alle famiglie e alle persone con disabilità secondo modalità nuove e inusuali che hanno permesso agli operatori di individuare competenze e risorse nelle famiglie e nelle persone poco percepibili nella quotidianità precedente il lockdown“.

Le buone prassi emerse durante il Covid

“A seguito delle evidenze e delle buone prassi emerse nel periodo emergenziale, che hanno consentito alle persone con disabilità di fruire dei servizi diurni con modalità innovative, con questa delibera – ha concluso l’assessore – vengono fornite indicazioni al territorio. Che rinforzano e sostengono, in via sperimentale, le forme inedite e innovative di risposta ai bisogni espressi dalle persone con disabilità. In particolare da quante frequentano i Servizi Formazione all’Autonomia per persone disabili e i Centri Socio Educativi e dalle loro famiglie”.

Azione sinergica e integrata

Infine, si confermato che, sempre per quanto attiene le unità d’offerta sociali SFA e CSE, la programmazione delle attività, nel rispetto delle specifiche responsabilità, deve avvenire attraverso un’azione sinergica e integrata. Che coinvolga Regione, Ats, Asst, Ambito e rappresentanti dei gestori dei servizi e delle famiglie. E che, nel caso di ripresa delle attività, i soggetti gestori sono tenuti alla presentazione di un progetto di riavvio del servizio. Un progetto condiviso con l’Ats territorialmente competente.

gus

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