Autonomia, Fontana: i lombardi non possono più attendere, subito pre-intese

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Presidente: da Boccia princìpi già espressi da legge federalismo

“Se oggi si fanno passi avanti è anche merito del lavoro svolto per più di un anno dalle tre Regioni interessate dalle singole intese, in particolare grazie al lavoro dell’ex ministro Erika Stefani. Dobbiamo arrivare bene e velocemente a siglare almeno delle pre-intese perché ormai sono due anni che i lombardi si sono espressi con il referendum ed è più di un anno che i nostri tecnici lavorano sulla definizione dell’intesa con le 20 richieste su 23 consentite dalla Costituzione, che abbiamo individuato. La norma proposta deve offrire criteri che accelerino i tempi della effettiva concretizzazione dell’autonomia differenziata, non che la frenino”. Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, al termine della Conferenza Stato Regioni convocata, questo pomeriggio a Roma, dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia.

La proposta del Ministro Boccia

“La legge proposta dal Ministro Boccia – ha spiegato il presidente – ricalca e ribadisce principi costituzionali e norme già esistenti, soprattutto seguendo i principi della legge 42 sul federalismo fiscale, che noi abbiamo sempre tenuto presenti, quindi non può che esserci una condivisione di fondo. Come Conferenza delle Regioni, però, abbiamo presentato una serie di modifiche e miglioramenti che chiediamo vengano inseriti”.

Fabbisogno standard

“Ad esempio – ha sottolineato Fontana – c’è la necessità di evidenziare che le amministrazioni efficienti non verranno chiamate a garantire il riequilibrio che ci sarà una volta superata la distribuzione in base al criterio della spesa storica a favore del fabbisogno standard”.

Perequazione infrastruttrale

“Oppure – ha concluso Fontana – il meccanismo di perequazione infrastrutturale. Che può sicuramente utilizzare modalità di assegnazione delle risorse già condivise all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni e che stanno producendo una accelerazione della spesa sul versante della crescita, con incrementi a doppia cifra degli investimenti pubblici sui territori”.

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