Integrazione tariffaria, Terzi: no aumenti, ‘rimborsi’ usando solo treno

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“L’integrazione tariffaria parte oggi solo formalmente, perché in realtà è partita il 15 luglio scorso su decisione unilaterale del Comune di Milano. Il Comune ha scelto di aumentare da 1,5 a 2 euro il biglietto Atm per fare cassa: lo ha fatto utilizzando il grimaldello dell’integrazione tariffaria che oggi il Pd, dopo aver gridato ai quattro venti quanto fosse salvifica e indispensabile, dice di non volere. Ma l’integrazione senza treno non ha senso. Non si può lasciare fuori un attore della mobilità come Trenord che nel Milanese e Monzese serve 96 stazioni di cui 24 nella città di Milano (6 nel passante ferroviario)”. Lo ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi rispondendo a una mozione in aula consiliare.

Intervento della Regione sull’integrazione tariffaria

“La Regione – ha aggiunto – è intervenuta ottenendo da Trenord il rimborso integrale dei rincari per i monomodali. Settimana prossima incontrerò i rappresentanti dei pendolari: siamo disponibili a confrontarci sul regolamento dei rimborsi. Ma ricordo che il sistema deve tutelare davvero i monomodali, quindi una procedura di verifica è necessaria. Ricordo anche che l’utente può presentare i documenti per accedere al meccanismo di rimborso in un’unica occasione, dopodiché riceverà il bonifico sul suo conto corrente, senza ulteriori passaggi procedurali”.

Fuga in avanti di Milano

“I problemi comunque nascono dal Comune di Milano che ha pressato l’Agenzia Tpl. Senza la fuga in avanti di Milano – ha concluso Terzi – l’introduzione dell’integrazione tariffaria sarebbe stata più armonica e meno difficoltosa. Questa fretta ha indotto l’Agenzia a lavorare male. Il sistema infatti presenta ancora falle inaccettabili. Basti pensare che i nuovi titoli acquistati online per le zone fuori da Milano (MI4-MI9) non aprono i tornelli della metropolitana. O che i servizi bus urbani di 16 Comuni del Milanese e del Monzese sono stati ‘dimenticati’ dall’Agenzia e, dunque, ancora oggi non risultano inclusi nell’integrazione tariffaria”.

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