Proseguono i cantieri per le opere infrastrutturali in Lombardia finanziate grazie all’evento delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. In campo investimenti per oltre 1,5 miliardi di euro, a cui Regione Lombardia ha contribuito con uno stanziamento di 500 milioni di euro.
Opere che resteranno in eredità al territorio. In alcuni casi attese da tempo e in altri prefigurate appositamente per migliorare l’accessibilità agli ambiti dove si svolgeranno le gare.
Il tema è stato al centro della seduta dalla V commissione regionale Territorio, Infrastrutture e Mobilità tenutasi giovedì 7 novembre 2024 a Palazzo Pirelli. Hanno partecipato esponenti di Regione Lombardia con l’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche Claudia Maria Terzi, Simico, Anas, Cal. In particolare il focus si è concentrato sulla viabilità stradale dei territori coinvolti dalle Olimpiadi. Un riferimento particolare è stato fatto anche al tema del dissesto idrogeologico nella zona lecchese.
“Le opere olimpiche – ha dichiarato l’assessore Claudia Maria Terzi – funzionali allo svolgimento dell’evento e individuate da Regione Lombardia insieme al MIT, comprendono le ‘venues’, ossia le sedi di svolgimento delle gare. Cioè, gli impianti sportivi, i villaggi olimpici e i luoghi di premiazione. Ma anche le opere infrastrutturali e per l’accessibilità, e gli interventi destinati a infrastrutture sportive per la valorizzazione turistica. Ai finanziamenti dello Stato si è affiancato anche l’impegno di Regione Lombardia. L’investimento complessivo è di oltre 1,5 miliardi di euro, per realizzare opere finalizzate a garantire l’accessibilità alle sedi degli eventi olimpici sul nostro territorio lombardo. Regione Lombardia ha contribuito con oltre 500 milioni di euro. 300 milioni per gli interventi sportivi e 200 milioni di euro per opere sulla rete stradale e ferroviaria”.
Variante di Tirano
Dalla riunione è emerso il buon procedere dei cantieri legati alle opere stradali identificate come permanenti, necessarie, indispensabili e indifferibili. Tra queste emerge la Variante di Tirano, i cui lavori hanno uno stato di avanzamento pari al 34% con obiettivo quello di ultimazione alla fine di dicembre 2025.
Le opere stradali nel Lecchese e in Brianza
Si aggiungono poi l’adeguamento a tre corsie del Ponte Manzoni, il cui avanzamento cantiere è al 25% con ultimazione prevista per gennaio 2026, termine questo previsto anche per il consolidamento della galleria Monte Piazzo. Atteso invece per l’autunno del prossimo anno il potenziamento dello svincolo in località Piona. Infine, per febbraio 2026 sarà terminata la messa in sicurezza della tratta Giussano – Civate.
Ulteriori 100 milioni da Anas per Milano-Cortina
“Sono soddisfatta – ha aggiunto l’assessore Terzi – perché dalle relazioni di Anas, Simico e Cal emerge quanto sia a buon punto lo stato di avanzamento dei lavori dei cantieri in corso per migliorare l’accessibilità ai siti olimpici. Da sottolineare inoltre gli ulteriori 100 milioni di euro. Di cui 55 milioni per interventi di manutenzione straordinaria in fase di progettazione. Sono legati soprattutto alla Galleria del Monte Piazzo, finanziati da Anas per opere ‘collaterali’ riguardanti la messa in sicurezza delle gallerie, che quindi non ricadono direttamente negli interventi finalizzati all’evento sportivo. Le opere in programma e in corso lasceranno ai territori un patrimonio infrastrutturale e per la mobilità di grande valore. La loro realizzazione, talvolta complessa, richiederà ancora del tempo, ma l’impegno è massimo per rispettare i cronoprogrammi e ottimizzare l’impiego delle risorse, a beneficio del tessuto economico-sociale lombardo”.
Il contrasto al dissesto idrogeologico
Infine, per quanto riguarda gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico in provincia di Lecco, Anas ha relazionato di avere commissionato nel 2021 uno studio specifico per la SS36, seguito direttamente dalla Struttura Territoriale Lombardia e dall’Università di Milano Bicocca, che ha analizzato e zonizzato il rischio crolli rocciosi sui tratti in superficie, valutandone sia il rischio sia l’incidenza attesa. Lo studio ha rilevato le aree a maggior rischio, verso le quali sono stati già realizzati parte dei lavori o sono in corso di esecuzione o progettazione.