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Peste Suina Africana, Regione Lombardia: alzato livello di attenzione 

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In merito alle notizie sui recenti focolai di Peste Suina Africana che hanno colpito alcuni allevamenti nella provincia di Pavia, il livello di attenzione in Lombardia è altissimo. E le strutture del servizio veterinario regionale sono al lavoro per monitorare costantemente la situazione.

Peste Suina Africana, più attenzione in Lombardia

Nella zona entro 10 km dagli allevamenti, in cui sono state riscontrate positività alla PSA, sono vietate tutte le movimentazioni di suini. Sia in ingresso che in uscita. E in tutto il resto del territorio pavese e lombardo, le stesse sono vincolate all’esito favorevole di visite cliniche e campionamenti di materiale biologico.

Assessore Beduschi: le regole sono chiare

Alessandro BeduschiCosì Alessandro Beduschi, assessore di Regione Lombardia all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste: “Serve parlare chiaro perché le regole sono altrettanto chiare. Nessuna misura di contenimento può essere davvero efficace se, come si è verificato nel caso riscontrato sabato 26 agosto a Zinasco (PV), comportamenti irresponsabili e mancate comunicazioni alle autorità sanitarie impediscono un intervento tempestivo, rischiando di mettere in pericolo tutto il comparto suinicolo regionale“.

Procedure di controllo dell’Ats

Nel frattempo, sul caso l’Ats di Pavia ha avviato procedure di controllo e contenimento del virus ad ampio raggio. Lo fa collaborando con le autorità giudiziarie per stabilire le responsabilità dell’evento e valutare eventuali azioni legali.

Nella giornata di martedì 29 agosto è in programma un ulteriore incontro tra Ats di Pavia, Assessorato al Welfare e Assessorato all’Agricoltura con il commissario nazionale all’emergenza Vincenzo Caputo, al quale Regione Lombardia chiederà tutto il supporto tecnico e logistico da parte del Governo, interessando anche il Ministero della Difesa e la Protezione civile.

Azione di raccordo con le associazioni di settore

“In questi giorni – conclude Beduschi – sarà svolta un’azione di raccordo con le principali associazioni di settore. Questo proprio perché sensibilizzino gli operatori a seguire scrupolosamente tutte le norme di cautela nei confronti di un virus che, pur non rappresentando nessun pericolo per l’uomo, ha una capacità di diffusione altissima. E che ha effetti devastanti negli allevamenti. Inoltre, siamo impegnati a reperire nuove risorse da destinare a interventi di biosicurezza e contenimento dei cinghiali. Ciò allo scopo di circoscrivere il più possibile la diffusione della PSA. Da questo punto di vista, anche le opposizioni sappiano che stiamo agendo nell’interesse comune di una filiera che è patrimonio di tutti“.

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