La famiglia pietra di volta della società e spina dorsale delle comunità lombarde. Questo il fil rouge del grande evento ‘Lombardia è famiglia’ organizzato all’auditorium Testori di Milano dall’assessorato alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, su iniziativa dell’assessore Elena Lucchini, in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia.
Nel corso dell’appuntamento, alla presenza del presidente Attilio Fontana e del ministro per la Disabilità, Alessandra Locatelli, sono stati illustrati e discussi progetti ed esperienze dei territori sostenuti dal ‘Sistema Famiglia Lombardo’.
Regione Lombardia, infatti, a partire dalla legge regionale 23/99, è stata la prima in Italia a mettere a sistema interventi diversi volti a supportare la famiglia e a identificare negli investimenti sociali in favore della famiglia una delle priorità regionali per il rafforzamento della coesione e inclusione sociale.
Il presidente: mettere in campo ogni iniziativa
Una linea politica ribadita dal governatore Attilio Fontana: ‘La famiglia – ha detto – è il vero baluardo dell’organizzazione sociale della nostra regione e riteniamo lo debba essere per tutto il nostro Paese. Crediamo si debba intervenire per tutelarla in ogni modo. Mettendo in campo ogni iniziativa necessaria per consentire alla famiglia di realizzarsi nel modo più semplice e opportuno tenendo conto delle difficoltà dei nostri tempi’.
L’assessore: vogliamo continuare a investire
Parole cui hanno fatto eco quelle dell’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini. “Il benessere della famiglia – ha evidenziato – rappresenta il benessere della società, delle nostre comunità, dell’intera Lombardia. E’ quindi importante che la nostra istituzione sia in primo piano. Per valorizzare e supportare la famiglia e le sue componenti per tutto il ciclo della loro vita. Oggi – ha continuato Lucchini – lanciamo un messaggio, cioè di quanto sia importante per noi la famiglia, che deve essere al centro della società. E sulla quale bisogna continuare ad investire. Un impegno che dobbiamo realizzare insieme, con la massima sinergia: istituzioni, terzo settore, mondo del volontariato, cittadini’.
Il Ministro: modello per tutto il Paese
Presente al convegno anche il ministro per la Disabilità, Alessandra Locatelli. ‘Il modello Lombardia – ha osservato – insegna e può essere un esempio per l’intero Paese’.
Sistema unitario
Gli interventi promossi rappresentano un sistema unitario, ‘Sistema Famiglia Lombardo’, che si caratterizza a seconda della fase del ciclo di vita della famiglia ed è volto a:
– accompagnare e supportare la famiglia e i suoi componenti lungo tutte le transizioni del ciclo di vita;
– sperimentare modalità più flessibili ed evolutive di individuazione dei bisogni e delle priorità a cui rispondere;
– rafforzare e sviluppare l’offerta di servizi;
Alleanze territoriali
L’obiettivo è promuovere alleanze territoriali per una maggiore sinergia tra le risorse, gli attori, le iniziative in favore della famiglia. Le principali aree di intervento sono:
1. sostegno alla natalità e alla genitorialità;
2. interventi per la tutela dei minori, contrasto alla povertà infantile e contrasto al disagio giovanile;
3. sostegno agli anziani;
4. sostegno a famiglie vulnerabili o in difficoltà economica e tutela ai minori inseriti in famiglie in condizioni di fragilità;
5. valorizzazione delle politiche territoriali di conciliazione dei tempi della città e delle responsabilità lavorative con le esigenze familiari, attraverso le reti territoriali che offrono servizi di welfare;
6. sostegno ai genitori separati o divorziati in difficoltà economica.
Le progettualità
Nella giornata sono state rappresentate alcune best practices territoriali realizzate nell’ambito delle aree di intervento sopra richiamate. In particolare,
le iniziative ‘bando E-state insieme’ e bando ‘E-state’ e ‘+ insieme’. Nel 2021 e nel 2022 sono state realizzate le iniziative ‘E-state Insieme’ e ‘E-state e + insieme’, per sostenere la partecipazione dei minori 0-17 anni ad iniziative estive, accrescere la socialità e il benessere fisico, psicologico e sociale dei minori anche a seguito dell’emergenza COVID-19. Complessivamente alle due edizioni hanno partecipato 343 Comuni. (In particolare, alla prima hanno aderito 66477 minori e alla seconda, che è ancora in corso, oltre 25.000 previsti). Regione ha stanziato 25.500.000,00 di euro.
I centri per la famiglia
Dal 2019 Regione ha avviato la sperimentazione Centri per la famiglia quale punto di riferimento per le famiglie del territorio, luogo in cui i diversi attori istituzionali e non, convergono per costruire insieme interventi volti a promuovere il benessere e lo sviluppo della famiglia, a sostenere la genitorialità, in particolare, a fronte degli eventi critici inaspettati che colpiscono le famiglie.
L’azione dei Centri per la famiglia si rivolge alle famiglie nella loro universalità, non necessariamente caratterizzate da fragilità, con la finalità di valorizzare le competenze, promuovere il protagonismo familiare e il confronto fra pari, quale importante risorsa per acquisire e implementare le risorse necessarie allo svolgimento del ruolo genitoriale-educativo. Il focus non sono i servizi ma le famiglie stesse.
Modello di intervento
Il Centro per la Famiglia diventa un modello di intervento al quale contribuiscono tutte le risorse del territorio e nel quale si realizza la ricomposizione dei bisogni e degli interventi per la famiglia. Nel centro per la famiglia è possibile riconnettere gli interventi specifici e ricomporre l’offerta con il progetto e il corso di vita della persona per ridurre il rischio di frammentazione dell’offerta e delle risorse. Ad oggi vi sono 48 progetti e 137 punti di accesso su tutto il territorio regionale per un investimento complessivo di oltre 4.000.000,00 di euro.
Reti di famiglie affidatarie
Accanto ad associazioni di famiglie impegnate prevalentemente a sensibilizzare e promuovere la cultura dell’accoglienza, in Regione Lombardia operano anche reti di famiglie che si sono organizzate per offrire a coloro che accolgono minori in affido familiare, attraverso un’équipe multidisciplinare di professionisti, un supporto strutturato e continuativo per tutta la durata del progetto di affido, in collaborazione con i servizi pubblici di tutela. Il percorso che ha condotto al riconoscimento delle reti ha avuto origine proprio nell’aula del Consiglio regionale lombardo che nel 2017, con la delibera di approvazione della mozione n. 880, ha dato avvio al processo di definizione delle caratteristiche proprie dei soggetti che sul territorio regionale e da diversi anni, in maniera spontanea, avevano coinvolto e sostenuto le famiglie nell’accoglienza di minori in affido avviando, in forma sperimentale, collaborazioni con gli enti locali e ponendo così le basi per il riconoscimento di questa specifica realtà.
Ad oggi hanno completato l’iter di presentazione dell’istanza di riconoscimento regionale 8 reti di famiglie affidatarie che coinvolgono oltre 200 famiglie residenti nelle province della Città Metropolitana di Milano, di Bergamo, Como, Lecco, Varese, Lecco, Monza e della Brianza e Pavia per oltre di 150 progetti di affido attivi nell’ultimo anno.
I piani territoriali di conciliazione
Dal 2010 Regione ha avviato un’azione strutturata di interventi in tema di conciliazione famiglia lavoro supportando la costituzione di 13 Reti Territoriali per la Conciliazione Vita-Lavoro (ora ricondotte a 8 Reti con capofila le 8 ATS) e di altrettanti accordi per la realizzazione di azioni e interventi sui territori. Le Reti Territoriali di Conciliazione sono partenariati pubblico-privato rappresentativi della filiera della conciliazione vita- lavoro sia dal punto di vista della mappatura dei bisogni sia dal punto di vista della individuazione delle soluzioni. Nelle reti sono coinvolte imprese, enti locali, associazioni datoriali e sindacali, enti del terzo settore. I Piani territoriali prevedono servizi:
– di assistenza e supporto al caregiver familiare;
– per la gestione del pre- e post scuola e dei periodi di chiusura scolastica;
– salvatempo (a titolo esemplificativo, maggiordomo aziendale, stireria, piccole commissioni ecc…) non solo per micro- e piccole imprese (fino a 50 dipendenti) ma anche medie e grandi imprese soltanto qualora nel partenariato almeno il 20% delle imprese appartenga alle altre categorie;
– di consulenza (a favore di enti pubblici e a micro, piccole e medie imprese) per lo sviluppo della contrattazione territoriale e aziendale di secondo livello e supporto; all’implementazione in azienda di piani di welfare, piani di flessibilità;
– a sostegno dei lavoratori/collaboratori autonomi e dei liberi professionisti.
40 progetti
Dai dati forniti dalle ATS a gennaio 2023 complessivamente risultano 40 progetti in corso che hanno raggiunto più di 3000 persone e 265 imprese. Complessivamente dal 2010 ad oggi sono stati investiti 13 milioni.
Welfare aziendale
Inoltre, nel 2022 Regione ha approvato un bando relativo ad interventi di Welfare aziendale. Sono rivolti alle micro e piccole imprese che si integrano con le azioni attivate dalle Reti conciliazione (41 progetti attivi sul territorio regionale). Sono stati investiti complessivamente 5 ML di euro. In questo bando inoltre vengono sviluppate azioni progettuali con enti del settore dedicate ad interventi rivolti contemporaneamente ai bambini e ad anziani.
Il ruolo delle Rsa
Nella logica di favorire la conciliazione e supportare le famiglie nei carichi di cura è stato portato anche l’esempio della RSA quale luogo di riferimento territoriale per la cura, il sollievo e l’accompagnamento delle famiglie in una nuova fase della vita di uno o più dei loro componenti. Le RSA, inoltre, rappresentano luoghi in cui si creano legami intergenerazionali che permettono di tener viva la memoria con uno sguardo fiducioso al futuro.
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