Le future mamme possono accedere a nuovi test fetali non invasivi

Test fetali non invasivi
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Moratti: puntiamo a prevenzione e diagnosi puntuali

Stanziati 500.000 euro per gli esami delle lombarde

Policlinico Milano centro pilota, fase propedeutica di 6 mesi

La Giunta di Regione Lombardia, su proposta della vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, ha approvato l’adozione del test del ‘Dna fetale (Nipt-test)’ e del ‘Bi-test’ come screening prenatali per la prevenzione e la diagnosi delle anomalie del feto.

“Un impegno importante – spiega Letizia Moratti – ottenuto grazie all’adozione di esami sempre più puntuali e meno invasivi dell’amniocentesi e della villocentesi che consentono diagnosi in modo più semplice e con elevata attendibilità”.

Regione Lombardia, mette a disposizione 500.000 euro – fino al 2022 – per l’erogazione dei nuovi screening.

Prevenzione e diagnosi, ruolo chiave nella revisione legge

test fetali non invasivi“Alla prevenzione e alle diagnosi sempre più puntuali – aggiunge l’assessore al Welfare – assegniamo non a caso un ruolo centrale anche nella revisione della legge sanitaria. Riteniamo in effetti che sia necessario offrire alle donne gravide residenti in Lombardia percorsi di diagnosi prenatale qualificanti, che prevedano l’effettuazione di questi e simili test così da migliorare ulteriormente l’offerta di prestazioni della nostra Rete materno-neonatale”.

Inseriti nelle linee-guida del Css e nei nuovi Lea

Nel 2015 il Consiglio superiore della sanità (Css), redigendo le linee guida, aveva già raccomandato l’introduzione del Test del Dna fetale nelle strutture sanitarie pubbliche.

Il Bi-test a sua volta è uno strumento previsto tra le prestazioni ambulatoriali dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), approvati con il Dpcm del 12 gennaio 2017. I Lea indicano l’insieme di prestazioni, servizi e attività cui i cittadini hanno diritto col Servizio sanitario nazionale (Ssn), così che vi sia una condizione di uniformità di erogazioni sul piano nazionale.

Chi può accedere ai test

All’effettuazione dei test possono accedere le donne gravide residenti in Lombardia. Modalità e criteri verranno indicati grazie al supporto del Comitato percorso nascita e assistenza pediatrica-adolescenziale regionale’. Saranno approvati con successivo provvedimento della direzione generale Welfare.

Fase propedeutica di 6 mesi, Policlinico di Milano centro pilota

Sul test del Dna fetale è prevista una fase propedeutica di 6 mesi. Prima che lo screening prenatale venga offerto, a regime, a tutte le donne in gravidanza. Il Policlinico di Milano è stato individuato come il punto di riferimento regionale di questa ‘fase pilota’. L’ospedale infatti vanta infatti il migliore percorso possibile di presa in carico delle donne gravide per completezza e casi trattati e per competenze.

Offrire l’eccellenza anche in questo campo

“Le nuove opportunità – conclude la vicepresidente Moratti – non si esauriranno nell’attività di screening. Il nostro obiettivo è arrivare a offrire una vera e propria eccellenza anche in questo campo”.

Un laboratorio al Policlinico, unico centro per i test

“Alla luce degli esiti della fase pilota del test del Dna fetale – conclude Letizia Moratti – prevediamo la realizzazione di un laboratorio. Sarà presso lo stesso Policlinico di Milano, che rappresenterà quindi il Centro unico di riferimento in Lombardia. Potrà effettuare esami alle donne gravide che risiedono nella nostra regione”.

ama

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