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Sostegno concreto ai figli di vittime in casi di femminicidi

femminicidi

Proteggere e supportare i minori vittime di ‘violenza assistita’ e gli orfani di femminicidi costituisce una priorità di Regione Lombardia. È anche uno degli assi strategici del Piano Quadriennale per le politiche di parità, di prevenzione e di contrasto alla violenza conto le donne 2020/2023.

Ne hanno parlato l’assessore regionale alla Famiglia, Genitorialità e Pari opportunità, Silvia Piani, il Prefetto di Milano Renato Saccone, il Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e intenzionali violenti Raffaele Cannizzaro. All’incontro ‘Il sostegno pubblico alle vittime di reati violenti’,  in videoconferenza dalla Prefettura di Milano, presenti anche  i rappresentanti delle Forze dell’ordine e dei Centri Antiviolenza.

Approccio sistematico nel sostegno in casi di femminicidi

“Dal 2013 a oggi – ha specificato l’assessore Piani – ci stiamo approcciando a questo tema in maniera sistematica. Siamo partiti da una puntuale analisi del fenomeno, per arrivare alla definizione di assi strategici che aderiscano ai bisogni di tutte le vittime di violenza. Le donne, ma anche chi assiste o ne subisce la perdita, ossia i figli minori, o maggiorenni della vittima”.

“Oggi che – ha aggiunto Piani – la presenza sul territorio dei centri antiviolenza, che costituiscono la diramazione operativa di Regione Lombardia nel contrasto alla violenza di genere, è ormai capillare possiamo concentrarci su ulteriori aspetti nella lotta a questo odioso fenomeno. Per questo abbiamo messo in campo un fondo sperimentale per accompagnare nella difficile strada della vita, gli orfani di femminicidio”.

FemminicidiAumento del numero di figli vittime

Stando ai dati forniti da un recente report di Polis Lombardia (‘Le invisibili’), il numero di vittime con figli, nel 2020, è infatti più che raddoppiato (incremento del 102%). Durante il periodo del lockdown è aumentato notevolmente il totale dei figli che assistono alle violenze (+85,6%) e leggermente anche il numero dei figli che la subiscono direttamente (incremento del 2,6%).

L’esposizione alla violenza domestica può essere alla base di una pluralità di disturbi e può richiedere diversi sforzi per gestirli. Per questo è fondamentale mettere in campo fondi per il sostegno assistenziale, medico, scolastico e alla formazione al lavoro.

“L’ Ats di Brescia si occuperà dell’attuazione della misura sperimentale – ha concluso Piani – . L’Ats ha già avviato una sperimentazione relativa a progetti per donne minorenni vittime di violenza e di violenza assistita. Per finanziarla, al momento, sono state messe in campo risorse fino a 262.000 euro”.

str/ram

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