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Inclusione sociale, Piani: la lotta alla marginalità non si ferma neanche con il coronavirus

marginalità percorsi inclusione

Assessore: in campo nuove strategie di aggancio e intervento

Attivare processi di inclusione e percorsi per giovani e adulti a grave rischio di marginalità e disagio sociale. È l’obiettivo del decreto approvato dall’Assessorato alla Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità di Regione Lombardia, che punta sia alla prevenzione sui giovani che all’aggancio, attraverso l’avvio di percorsi di recupero, di persone in stato di grave vulnerabilità.

Obiettivo generale

“L’obiettivo generale dell’Avviso appena pubblicato – ha spiegato l’assessore regionale, Silvia Piani – è quello di standardizzare le modalità di intervento nelle aree urbane più a rischio nella marginalizzazione di alcuni soggetti. Lo andremo a fare sia con logiche di prevenzione al fine di accompagnare e orientare i giovani nelle scelte prevenendo, in alcuni casi, i potenziali fattori di rischio come l’abuso di sostanze, sia favorendo l’inserimento sociale e lavorativo”.

La strategia

“La strategia – ha aggiunto – prevede un approccio integrato a sostegno della valorizzazione delle persone in condizioni vulnerabili”.

Approccio integrato e in luogo ‘neutro’ causa Covid-19

In questo momento di emergenza e in funzione delle misure di contenimento messe in campo per il contenimento del Covid-19, l’attivazione degli interventi si concretizzerà mediante l’aggancio in strada o in luogo neutro, come primo contatto con le persone in condizione di emarginazione.

Approccio integrato

Un approccio integrato, che coinvolge attività di carattere sanitario da parte dei SerD (Servizi per le Dipendenze) e SMI (Servizi Multidisciplinari Integrati) e progetti già avviati dalla Direzione regionale Welfare come quello sul monitoraggio nei Parchi, assicureranno una più capillare modalità d’intervento e risposte più tempestive alle molteplici sfide dell’attuale contesto.

Le risorse e la durata degli interventi

Per fare questo, sono stati messi in campo 7 milioni di euro che andranno a coprire una programmazione biennale (2020, 2021). Gli interventi dovranno avere durata di non più di 18 mesi e concludersi comunque entro il 31 dicembre 2021.

Attuatori degli interventi

Gli interventi possono essere attuati solo da partenariati con almeno tre soggetti che siano in grado di svolgere le diverse funzioni sanitarie e sociali, dalle Asst, agli enti gestori accreditati per la gestione di UdO (Unità di Offerta Sociali) con almeno 2 anni di esperienza sul campo) e enti gestori territoriali accreditati per la gestione di UdO (con almeno 2 anni di esperienza sul campo); oltre a organizzazioni del Terzo Settore, Comuni, enti delle Confessioni religiose con patti o accordi statali in essere, operatori accreditati per i servizi formativi, altri enti pubblici che operano a livello territoriale.

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