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Lotta violenza donne: da Pavia braccialetti e info in locali con giovani

lotta violenza donne

 

L’iniziativa nel weekend in 20 locali pubblici di 6 comuni

Piani: prevenzione comincia da qui. Presto in tutto il territorio

La prevenzione contro la violenza  comincia dai ragazzi. Per questo diffonderla nei luoghi del divertimento e dello svago giovanile è l’obiettivo prioritario dell’iniziativa ‘Non sei da sola’, portata avanti da Regione Lombardia, in collaborazione con la Camera di commercio di Pavia e le associazioni del commercio locali, che è stata presentata a Pavia.

Il progetto

Il ‘progetto pilota’, che vede la distribuzione, a pochi giorni dalla celebrazione del 25 novembre, di braccialetti arancioni antiviolenza e di volantini recanti i numeri e le app di pubblica utilità a disposizione delle vittime di maltrattamento, coinvolge una ventina di esercenti di Pavia, Mortara, Vigevano, Garlasco, Cassolnovo e Voghera, tra bar, pub, discoteche e locali della movida serale.

Iniziativa sperimentale

“Un’iniziativa sperimentale, – ha commentato l’assessore alla Famiglia, Genitorialità e Pari opportunità, Silvia Piani – che prende il via, per la prima volta quest’anno, dalla provincia di Pavia e che mi piacerebbe poter estendere, nelle prossime edizioni, al resto del territorio, per trasmettere il messaggio nella maniera più capillare possibile. Sensibilizzare il target dei più giovani sul tema della violenza contro le donne è il primo passo per contrastare questo fenomeno. È giusto, quindi, partire, non solo dalle scuole come stiamo già facendo, ma anche da quei contenitori di aggregazione più informali frequentati dai ragazzi”.

Intercettare violenze

“La violenza è un fenomeno complesso che ha tante forme, non solo quella fisica. Anche la violenza psicologica ed economica – ha continuato – sono forme di sopraffazione più sottili e meno visibili, ma che lasciano segni altrettanto profondi sulla pelle delle donne, per questo è importante intercettarle e prevenirle. Per farlo, oltre alla prevenzione, occorre investire sulla formazione e sull’occupazione femminile. I dati ci indicano infatti, che la maggior parte delle donne vittime di violenza, non ha un lavoro e un’indipendenza economica. Spingere sulla leva dell’autodeterminazione è dunque un altro strumento per diminuire le casistiche”.

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