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Endometriosi, in Lombardia una Rete per prevenzione e cura

rete endometriosi

Bertolaso: impegno concreto di Regione nel garantire alle pazienti un accesso facilitato a cure specialistiche e integrate

Regione Lombardia ha approvato con delibera di Giunta, proposta dall’assessore al Welfare, Guido Bertolaso,  la costituzione della Rete Regionale per la prevenzione, diagnosi e trattamento dell’endometriosi, rafforzando il sistema sanitario regionale nella gestione di questa patologia cronica che colpisce molte donne in età riproduttiva.

La rete, articolata in centri ‘Hub’ e ‘Spoke’ distribuiti sul territorio lombardo, è stata creata per garantire una presa in carico completa e integrata delle pazienti. Gli ‘Hub’, altamente specializzati, e gli ‘Spoke’, che assicurano una copertura capillare, collaboreranno in percorsi di cura condivisi per assicurare il miglior supporto clinico e terapeutico possibile, con particolare attenzione ai casi di endometriosi profonda.

Guido Bertolaso

Bertolaso: garantiamo un accesso facilitato a cure specialistiche e integrate

“Questa iniziativa – sottolinea l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso – evidenzia l’impegno di Regione Lombardia nel garantire alle pazienti con endometriosi un accesso facilitato a cure specialistiche e integrate, migliorando la qualità della vita e riducendo i tempi di diagnosi e trattamento”.

Le strutture della rete

A questo link le strutture della rete divisi per ente in tutte le province.

Almeno 3 milioni le donne con diagnosi

L’endometriosi è la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero e può interessare la donna già alla prima mestruazione (menarca) e accompagnarla fino alla menopausa. In Italia, secondo i dati del Ministero della Salute, sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva. La patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna.

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