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Welfare, ticket sanitari e rinnovo privati, serve chiarimento da Governo

Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, esprime preoccupazioni sulle possibili ricadute economiche delle promesse in tema di ticket sanitari espresse dal ministro Speranza.

Gallera: promesse ministro Speranza costano 900 milioni

Ticket sanitari e nuove assunzioni. “Le promesse formulate dal ministro Speranza di eliminare totalmente il superticket e di rinnovare i contratti dei lavoratori della sanità privata valgono nel complesso fra 825 e 900 milioni. Bene, ma il Governo deve garantire coperture adeguate in aggiunta a quelle già previste. Altrimenti le Regioni rischiano il collasso”. Lo afferma l’Assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera al termine della Commissione Salute della conferenza delle Regioni, durante la quale si sono affrontati temi e argomenti di politica sanitaria nazionale. “Le intenzioni messe nere su bianco dal Ministro della Salute – aggiunge Gallera – riguardano temi di primaria importanza. L’eliminazione complessiva del superticket vale 750 milioni a livello nazionale, 130 per la Lombardia”.

Chi paga per i ticket sanitari e le assunzioni? ‘No’ se tocca alle Regioni

“Il rinnovo del contratto, atteso da più di dieci anni, per i lavoratori della sanità privata costa 300 milioni – chiarisce Gallera -. Gli stessi operatori privati chiedono, essendo una componente del sistema sanitario nazionale, che di questa spesa il sistema Stato-Regioni contribuisca per un range compreso fra il 25 e il 50 per cento, cioè fra 75 e 150 milioni. Le proposte sono meritevoli, ma sorge un dubbio: chi paga? Per ticket sanitari e nuove assunzioni il Governo dovrà garantire altri 900 milioni in aggiunta ai due miliardi di incremento del Fondo Sanitario Nazionale del 2020, indicati nei documenti di programmazione dal precedente Esecutivo. Se così non fosse e le misure risultassero ricomprese negli stanziamenti già previsti, il sistema regionale subirebbe un taglio effettivo di quasi un miliardo. E sarebbe inaccettabile per le stesse Regioni, per gli operatori, per i cittadini”.

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