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Manifattura, imprese lombarde sentono crisi, bene tasso occupazione

start up comasche

La produzione lombarda, in sintonia con il peggiorato clima economico internazionale, presenta una svolta negativa del dato congiunturale (-1,2%) per l’industria, mentre per l’artigianato il risultato rimane positivo (+0,2%). Le imprese lombarde sentono la crisi mondiale, ma il tasso occupazionale va bene.
Anche il dato tendenziale presenta lo stesso schema, negativo per l’industria (-0,9%) e leggermente positivo per l’artigianato (+0,3%). Peggiorano le aspettative sulla domanda sia estera che interna.
Sono questi i dati emersi nella tradizionale conferenza stampa organizzata da Unioncamere Lombardia per illustrare l’andamento delle imprese manifatturiere presenti in Regione a cui ha partecipato l’assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli.

Mattinzoli: serve autonomia

“Il dato che è emerso oggi – ha commentato l’assessore Mattinzoli – è da leggere con molta attenzione perché conferma un trend in parte già in atto, ed è un segnale di forte incertezza. Dobbiamo valutarlo se non come un allarme, ma almeno come una rilevazione da attenzionare. È chiaro che ci sono cause che non dipendono da noi, ma dipendono dalla situazione internazionale”. “Prima di tutto – ha proseguito Mattinzoli – i dazi degli Stati Uniti e di Cina e poi la Brexit: queste sono situazioni che non possiamo gestire”. “È comunque fuori discussione – ha detto Mattinzoli – che Regione Lombardia abbia esercitato un forte impegno su alcun temi importanti come l’economia circolare, come il bando che aiuta le
nostre aziende a partecipare alle fiere internazionali e altri provvedimenti importanti; tutti concordati con il modo economico”.

Debolezza del mercato

“A fronte di questo – ha aggiunto l’assessore regionale – i dati ci dicono che c’è un momento di debolezza del mercato soprattutto industriale e questo dipende anche da una filiera
produttiva di cui noi facciamo parte con la Germania. Per di più c’è una situazione di incertezza nel paese e mai come in questo momento, l’autonomia diventa una necessità più che un’opportunità. E questo perché – ha concluso l’assessore lombardo – in un Paese dove ci sono delle regioni che vanno a velocità diverse dal punto di vista sociale, economico e politico, l’Autonomia darebbe la possibilità ad ogni regione di approvare provvedimenti e misure adeguate alla sua realtà” .

Sale il settore del legno, cala l’abbigliamento

In crescita significativa rimangono i settori del legno-mobilio (+1,7%), degli alimentari (+1,7%), della siderurgia (+1,0%) e della chimica (+0,5%). Cali si registrano per abbigliamento (-9,7%); pelli-calzature (-2,7%); meccanica (-1,6%); tessile (-1,3%); mezzi di trasporto (-1,2%); carta-stampa (-0,9%); manifatturiere varie (-0,8%).
L’indice della produzione industriale, scende a quota 110,4; per le aziende artigiane l’indice della produzione sale a quota 98,2.

Occupazione in crescita

L’occupazione per l’industria presenta un saldo positivo (+0,3%), grazie a un tasso d’ingresso che sale al 2,2%, contrastando la crescita del tasso d’uscita (1,7%).
Anche nell’artigianato il saldo occupazionale è positivo (+0,7%).

Meglio le aspettative degli imprenditori

Le aspettative degli imprenditori industriali sulla produzione, dopo il peggioramento continuo degli ultimi quattro trimestri, tornano positive. Nel caso dell’artigianato sono più pessimistiche, con saldi tra previsioni di crescita e diminuzione negativi per quasi tutte le variabili. Una zona-euro basata sul traino dell’export tedesco che, attraverso le catene dell’offerta, ha un impatto particolare sulle vicende lombarde, viene a trovarsi di fronte ad una nuova sfida che sarà tanto più ardua quanto più le vicende internazionali si allontaneranno dalle forme con cui si sono manifestate nell’ultimo decennio.

Serve fare più rete

Il focus di approfondimento sulle filiere e relazioni tra imprese rileva una scarsa propensione delle imprese lombarde ad attivare forme di aggregazione e partnership. L’analisi realizzata su clienti e fornitori evidenzia le differenze tra imprese industriali e artigiane, con le prime che sono in relazione con imprese di maggiori dimensioni, raggiungono mercati più distanti (spesso anche esteri), e sono inserite in ‘supply chain’ più lunghe.

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