Un’opportunità concreta per una migliore inclusione sociale dei detenuti. Ossia, promuovere il pieno esercizio dei diritti e l’accesso alle tutele sociali per le persone – adulte e minorenni – destinatarie di provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, ponendo al centro il valore rieducativo della pena.
È questo l’obiettivo della delibera approvata dalla Giunta lombarda su proposta dell’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, di concerto con l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, e con l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Simona Tironi.
Attraverso il nuovo bando, che stanzia risorse pari a 12.000.000 di euro a valere sul Fondo Sociale Europeo, sarà possibile la messa a terra di percorsi personalizzati , integrati e multidimensionali che, attraverso la rete di welfare territoriale, miglioreranno la presa in carico.
Inclusione sociale priorità del mandato
“Per Regione Lombardia – ha affermato l’assessore Lucchini – promuovere l’inclusione sociale è una priorità di mandato, così come garantire il fine rieducativo della pena e la prevenzione della recidiva. Grazie alle risorse che metteremo a disposizione e alla consueta collaborazione del Terzo Settore possiamo superare le logiche settoriali per la definizione di processi di inclusione attiva. Lo faremo attraverso l’integrazione tra le diverse aree di intervento, ovvero l’inclusione sociale, l’istruzione, la formazione e il lavoro”.
Intervento importante per coesione sociale comunità
“Crediamo – ha aggiunto Lucchini – che un’adeguata presa in carico delle persone sottoposte a provvedimento giudiziario, attraverso interventi di natura psicosociale, educativa e occupazionale promuoverà la coesione sociale dell’intera comunità”.
Percorsi formativi e di inserimento lavorativo
“Attraverso percorsi formativi e di inserimento lavorativo – ha commentato l’assessore Tironi – vogliamo ripristinare dignità e futuro alle persone detenute, offrendo loro strumenti concreti per una vera riabilitazione. Il lavoro è un potente mezzo di riscatto sociale: consente l’autonomia economica, riduce la recidiva e contribuisce a rendere più sostenibile il sistema carcerario. Con questo intervento rafforziamo il nostro impegno nel costruire percorsi integrati che mettono davvero al centro la persona, anche nei contesti più fragili e complessi”.