Ok a legge regionale che disciplina riassegnazione concessioni
“Mercoledì 24 novembre il Consiglio dei Ministri ha deliberato il ritiro dell’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale contro la legge regionale della Lombardia (l.r. 5/2020) che disciplina le procedure per la riassegnazione delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche. A oggi in Lombardia ne sono già scadute 20, altre 40 scadranno entro il 2029″. A darne notizia sono il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore a Enti locali, Montagna e Risorse energetiche, Massimo Sertori.
L’aspetto fondamentale della legge regionale
“L’aspetto fondamentale della legge regionale – spiegano Fontana e Sertori – è rappresentato dal patrimonio, costituito dalla diga e dai cosiddetti beni bagnati, che a concessione scaduta diventano della Regione e non più dello Stato. La stessa Regione, quindi, riassegnerà le concessioni attraverso una procedura competitiva. Che terrà conto della progettualità , degli investimenti, delle compensazioni territoriali e ambientali, nonché delle proposte sul valore del canone”.
Massimo efficientamento nella produzione
La legge regionale sulle grandi derivazioni idroelettriche si ispira al massimo efficientamento nella produzione di energia da fonte rinnovabile e a forme di compensazione economico-ambientale nei comprensori dei territori in cui sono presenti queste grandi centrali. Inoltre, prevede che, in casi eccezionali, come, a esempio, nei momenti di siccità , l’Ente Regione abbia la possibilità di intervenire imponendo le produzioni in determinati periodi ai concessionari. Ciò per far sì che si possa trovare un equilibrio tra le esigenze agricole e quelle legate all’altezza dei laghi.
Vera applicazione del principio di autonomia
“Siamo di fronte, finalmente, a una vera e propria applicazione del principio di autonomia”, concludono il presidente Fontana e l’assessore Sertori.
gus