Gli Italiani pensano di mangiare sano e di essere attenti alla salute? E i lombardi, come si collocano rispetto alla media dei connazionali? È la domanda centrale del sondaggio ‘Le abitudini alimentari degli italiani e l’educazione alimentare’ realizzato da Osservatorio Metropolitano di Milano con Renato Mannheimer presentato questa mattina in Regione Lombardia con la presenza dell’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini.
Mangiare bene, percezione e dati clinici
“La particolarità della ricerca – ha spiegato Carla De Albertis, responsabile Sociale e Cultura di Osservatorio Metropolitano – è che misura gli atteggiamenti, non i comportamenti, e offre l’immagine della ‘percezione’ che le persone hanno della loro alimentazione. Questi dati, messi a confronto con quelli clinici, con i dati reali, permettono di individuare le discrepanze tra percezione e realtà e dunque gli aspetti critici sui quali intervenire con un’attività di educazione alimentare. Giusto anche ricordare che la prevenzione, e gli stili di vita rappresentano quella primaria, ha un impatto positivo anche sulla spesa socio-sanitaria”.
Il sondaggio, condotto su un campione rappresentativo per sesso, fasce d’età e di reddito di 3000 soggetti dei quali 509 residenti in Lombardia, mette a confronto il dato nazionale con quello lombardo, rivelando una sostanziale uniformità dei due campioni.

L’attenzione per la propria salute
Secondo il sondaggio, l’87% degli italiani risulterebbe attento alla salute, percentuale che sale al 90% in Lombardia. In fatto di alimentazione, più della metà degli italiani (54%) ritiene di mangiare “in modo equilibrato”, un dato che sale al 57% tra i lombardi. Un terzo del campione (33% Italia, 34% Lombardia) afferma di mangiare “tanto ma non troppo”, mentre solo una piccola quota ammette di mangiare “troppo” (7% Italia, 4% Lombardia) o “poco” (6% Italia, 5% Lombardia). Dai dati sembra esserci una sensibilità crescente verso la salute: l’87% degli italiani si considera “abbastanza” o “molto attento” a ciò che mangia. In Lombardia la percentuale è analoga, ma cresce la fascia di chi si dichiara “molto attento”, che raggiunge il 42% (contro il 37% nazionale). Ma è davvero così? Questa rosea percezione non trova riscontro nella realtà.
Preferito il made in italy
Il sondaggio mostra anche che un certo “vocabolario” della salute a tavola è ormai patrimonio comune: gli intervistati dichiarano l’interesse per prodotti senza conservanti (70% dato identico per Italia e Lombardia), a km 0 (69% Italia, 67% Lombardia) e biologici (52% a livello nazionale, 50% in Lombardia). Molti consumatori dichiarano di preferire cibi freschi, tracciabili e italiani, leggono le etichette e spendono più che in passato per alimenti di qualità. Si nota infine una tendenza a mangiare meno proteine animali (27%), a far ricorso a ricette italiane (40%) e a preparare i pasti in casa (59%). Eppure, la realtà del dato clinico dice che ancora molto resta da fare sul fronte dell’educazione alimentare.
L’impegno di Regione Lombardia
“Abbiamo voluto accogliere a Palazzo Lombardia la presentazione della ricerca dedicata alla nutrizione – ha dichiarato Elena Lucchini – per testimoniare quanto la nostra Regione sia impegnata a tutela del benessere alimentare. Intendiamo favorire chi si impegna in un percorso virtuoso che, oltre alla consapevolezza di una sana alimentazione, sappia far comprendere il valore dell’origine del cibo e il suo significato legato alla condivisione e all’accudimento del prossimo. A partire dal 2017 Regione Lombardia ha promosso misure per il riconoscimento, la tutela e la promozione del diritto al cibo. Con queste iniziative sosteniamo il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari a favore di persone che non riescono ad accedere a un’alimentazione sufficiente, sicura e nutriente, in particolare tra i gruppi più vulnerabili della popolazione.”
La prospettiva clinica: in aumento i tumori legati alla cattiva alimentazione
Costanza Alvisi, direttore SC Endoscopia Digestiva – Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) di Pavia, ha espresso “preoccupazione” per dati che fotografano una percezione ancora “troppo lontana dalla realtà”. Un’alimentazione scorretta, ha detto, “è tra le principali cause di diabete, obesità, malattie cardiovascolari e tumori, in particolare del colon-retto, la seconda causa di morte oncologica in Italia. Nel 2023 in Italia si sono registrate 395.000 nuove diagnosi di tumore, di cui 50.500 al colon.
Circa il 40% di tutti i tumori sono prevenibili a partire dalla correzione di stili di vita sbagliati: dieta povera e ipercalorica, sovrappeso, alcol, fumo e sedentarietà Anche la malattia da reflusso gastroesofageo, legata a cattive abitudini alimentari, colpisce il 25% degli adulti e può evolvere in patologie precancerose oltre che portare a un consumo eccesivo di farmaci. Ricordo anche il ruolo centrale del microbiota intestinale, il cui equilibrio è fortemente influenzato dall’alimentazione e può incidere sul rischio di obesità e infiammazioni croniche. È quindi fondamentale promuovere una corretta educazione alimentare e una maggiore consapevolezza dei rischi, puntando sulla prevenzione primaria e su stili di vita sani per ridurre l’incidenza di malattie croniche e oncologiche”.

Cresce l’obesità tra i bambini
Evelina Flachi biologa, specialista in scienza dell’alimentazione, presidente Fondazione FEI, ha osservato: “La Lombardia, insieme al Trentino, è tra le regioni più virtuose. Nella nostra regione, tuttavia, ancora 4 adulti su 10 risultano in sovrappeso o obesi, con una maggiore prevalenza tra gli uomini (52%) rispetto alle donne (34%). Tra i bambini, invece, si osserva un aumento dell’obesità (6,1% contro il 4,7% del 2019), a fronte di una diminuzione del sovrappeso e di un netto miglioramento dell’attività fisica rispetto alla media nazionale. inoltre, circa 700 mila lombardi convivono con il diabete, una delle patologie più strettamente correlate all’eccesso ponderale. Molte delle patologie legate alla scorretta alimentazione possono derivare anche dall’errata interpretazione della dieta mediterranea, che non vuole dire sacrificio, ma conoscenza dei nutrienti di cui il corpo ha bisogno, mangiando con varietà, equilibrio e moderazione, possibilmente nella convivialità”.
Farmacie presidio territoriale per la prevenzione
Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, nel suo intervento ha ricordato che: “Le farmacie lombarde rappresentano un presidio sanitario fondamentale: ogni giorno accolgono oltre 800 mila cittadini e offrono servizi che vanno ben oltre la dispensazione dei farmaci, dalla telemedicina agli screening di prevenzione. Promuovere una sana alimentazione e stili di vita corretti è parte integrante della nostra missione, perché prevenzione e benessere nascono dall’equilibrio tra nutrizione, attività fisica e attenzione costante alla salute dei cittadini”.
La tematica sociale
Rosaria Iardino, presidente di Fondazione The Bridge, invece, ha sottolineato un importante aspetto sociale: “Molti studi indicano come le problematiche legate alla scorretta alimentazione siano più presenti nelle fasce più fragili ed economicamente deboli. Oltre al fatto culturale dell’educazione alimentare è necessario anche un intervento di concreto sostegno da parte delle istituzioni”.





