Le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 hanno un’opera lirica che li celebra: ‘I Giochi di Orobea’. Il progetto, ideato dall’Orchestra Antonio Vivaldi, è stato presentato giovedì 27 novembre 2025, a Palazzo Lombardia, dall’assessore a Enti locali e Montagna, Massimo Sertori, alla presenza del presidente Attilio Fontana. Con lui i maestri Lorenzo Passerini, direttore artistico e musicale, e Andrea Portera, compositore e librettista; le registe Stefania Giorgia Butti e Livia Lanno; il presidente della Provincia di Sondrio, Davide Menegola; e Domenico De Maio, direttore Education & Culture della Fondazione Milano Cortina 2026.
Fontana: ‘I Giochi di Orobea’ opera per le Olimpiadi
“I nostri Giochi Olimpici – ha sottolineato il presidente Fontana – avranno, come accaduto per l’apertura del canale di Suez, per cui fu commissionata ‘Aida’, la loro opera. Una produzione con un’Orchestra lombarda, giovane, e che racconterà i nostri territori, da Milano alla Valtellina, con le loro bellezze e storie da scoprire e conoscere”.
Sertori: in musica il bello della Lombardia
“Come Regione – ha detto l’assessore Sertori – abbiamo subito convintamente sostenuto il progetto dell’Orchestra Antonio Vivaldi perché ‘I Giochi di Orobea’ è un’opera che coniuga cultura e valori, che celebra lo sport e i territori che ospiteranno i Giochi Olimpici invernali 2026. E siamo di fronte a un’opera che parla della Lombardia e della Valtellina, in un’ambientazione da fantasy, ma con attenzione alle nostre storie e alle nostre peculiarità anche negli abiti e nelle scenografie”.
Nell’Olimpiade Culturale Milano Cortina 2026
Per il suo alto valore, ‘I Giochi di Orobea’ è entrato, a pieno diritto, nel programma ufficiale dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, il programma multidisciplinare, plurale e diffuso, che animerà l’Italia per promuovere i valori olimpici attraverso l’arte, il patrimonio e lo sport. Preparando così al meglio le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali che saranno ospitate rispettivamente dal 6 al 22 febbraio e dal 6 al 15 marzo.
Il debutto al ‘Sociale’ di Sondrio
“Sono anche contento – ha sottolineato Sertori da valtellinese – che il debutto ufficiale, la prima, di quest’opera, sarà sabato 6 dicembre alle ore 20 al Teatro Sociale di Sondrio, una cornice ideale per ‘I Giochi di Orobea’ e un modo anche per omaggiare i territori che ospiteranno le competizioni olimpiche dando così l’occasione ai melomani di conoscerli meglio. Perché ad anticipare la prima assoluta saranno due prove aperte venerdì 5, la prima alle 10 per le scuole, la seconda, alle 17, per il pubblico”.
La genesi dell’opera
La genesi dell’opera è radicata nel territorio. Nel cuore della Valtellina, l’Orchestra Antonio Vivaldi, realtà musicale attiva dal 2011, ha immaginato un’opera lirica capace di raccontare lo spirito olimpico attraverso la lente dell’emozione, della diversità e della rinascita.
‘I Giochi di Orobea’, infatti, parla di divisione, sacrificio e redenzione: cinque ‘campioni’ si sfidano per conquistare la sacra fiaccola del Dio Alpime (anagramma di Olimpiade), ognuno portatore di una diversità spesso discriminata – età, genere, orientamento sessuale, etnia/religione, disabilità. Il messaggio è chiaro: la diversità è forza, e la bellezza dell’umanità risiede nell’incontro.
“Messaggi – ha chiosato l’assessore Sertori – che sono quelli che Regione Lombardia vuole trasmettere al mondo durante i Giochi Olimpici invernali 2026”.
Un team giovane e appassionato
Grazie all’unione di tanti talenti giovani, dalla direzione musicale di Lorenzo Passerini, al team creativo con la regia delle giovanissime Livia Lanno e Stefania Giorgia Butti, la scenografia di Lorenzo Mazzoletti, i costumi di Giulia Bonuccelli e le luci di Giulia Bandera, ‘I Giochi di Orobea’ si distingue per la sua originalità linguistica e stilistica.
La musica alterna momenti lirici, pop, musical, etnici e recitati, fondendo stili e sensibilità contemporanee per dialogare con un pubblico ampio e intergenerazionale.
Sul piano visivo, l’opera unisce architetture gotiche lombarde e paesaggi alpini, in un mondo sospeso tra città e montagna, tra Duomo e neve, tra mito e modernità.
Orobea è un’opera autentica del presente, originale, pensata per connettersi spontaneamente con le nuove generazioni. Una forte componente su cui è stata costruita l’opera sono gli strumenti scientifici dell’intelligenza Emotiva, capaci di educare il pubblico a un ampio raggio emozionale, così da sensibilizzarlo ed empatizzarlo al prossimo.
Manifesto dell’italianità
‘I Giochi di Orobea’ nasce come manifesto dell’italianità contemporanea: un linguaggio poetico che usa endecasillabi e settenari, intrecciando la tradizione lirica con un messaggio di empatia, creatività e resilienza.
L’opera si fa portavoce di un linguaggio fresco e contemporaneo che sappia condividere con il vasto pubblico i grandi pregi dell’italianità, come la creatività, la resilienza, l’innovazione e il rispetto della diversità, attraverso la riscoperta delle nostre radici culturali.
Passerini: vogliamo emozionare
“Vogliamo – ha affermato il direttore artistico Lorenzo Passerini – un’opera che emozioni, che parli alle nuove generazioni, e che racconti come la musica e lo sport condividano la stessa energia vitale: unire, superare, rinascere”.
Portera: profondamente ancorati nel presente
“Orobea – gli ha fatto eco il librettista Andrea Portera – è l’opera che tratta la psiche moderna e porta in scena le principali problematiche sociocomportamentali del presente, attraverso la prospettiva dell’intelligenza emotiva applicata alla musica, tesa a superare le barriere della razionalità e affondare nell’inconscio”.
Butti e Lanno: intreccio di mito e sport
“In un’arena di ghiaccio e spirito – hanno spiegato le registe Stefania Giorgia Butti e Livia Lanno – Orobea intreccia mito e sport, sacrificio e rinascita. I giochi diventano rito di unione, specchio della nostra stessa collaborazione registica: due sguardi che si fondono in una sola comunità creativa”.
Menegola (Provincia): ci avviciniamo ai giochi in musica
“Sostenere un’opera come ‘I Giochi di Orobea’ – ha affermato il presidente della Provincia di Sondrio, Davide Menegola – significa riconoscere che cultura e sport sono due facce della stessa ambizione: raccontare chi siamo e dove vogliamo andare. Abbiamo scelto di accompagnare, sostenendolo economicamente, questo progetto perché parla alla nostra comunità e al pubblico olimpico con un linguaggio nuovo, inclusivo, capace di valorizzare il territorio e le sue energie creative. L’avvicinamento ai Giochi del 2026 non è infatti solo un percorso sportivo, ma un’occasione per dare voce alla nostra identità e costruire un futuro in cui la montagna sia protagonista, anche attraverso la forza della musica e dell’arte”.
Dopo Sondrio, al ‘Gaber’ di Milano
La produzione, che dopo il debutto a Sondrio del 6 dicembre cui è stato invitato ufficialmente il presidente Fontana avrà una seconda rappresentazione al ‘Gaber’ di Milano il 4 febbraio, alla vigilia dell’inaugurazione dei Giochi, è possibile grazie anche al sostegno di privato come Autotorino e Iperal.





