Regione Lombardia approva programma di gestione rifiuti e bonifiche

programma gestione rifiuti Lombardia
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Dal rifiuto alla risorsa. È questo in sintesi l’obiettivo principale del nuovo Programma Regionale di Gestione dei rifiuti verso l’economia circolare approvato dalla Lombardia su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima.

Programma gestione rifiuti Lombardia

Si configura come uno strumento di programmazione che incrementerà i già elevati standard qualitativi della raccolta differenziata. E orienterà in modo integrato le politiche in materia di prevenzione, riciclo, recupero, smaltimento rifiuti e gestione siti inquinati da bonificare.

Le basi operative

Il Programma di gestione dei rifiuti in Lombardia si basa sulle indicazioni dell’Atto di indirizzi approvato dal Consiglio regionale. Oltre che sui principi dell’economia circolare dettati dall’Unione Europea. L’obiettivo sostanziale è quello di ridurre il prelievo di risorse naturali. Aumentare l’efficienza nell’uso delle risorse. E, infine, rendere più sostenibile lo sviluppo economico del sistema. All’interno del quale sono state già raggiunte ottime prestazioni. Esse sono in linea con gli obiettivi posti dai nuovi indirizzi comunitari.

Guardiamo alla sostenibilità ambientale

“Regione Lombardia si conferma all’avanguardia – afferma l’assessore all’Ambiente e Clima – approvando un Programma rifiuti che guarda alla sostenibilità ambientale. L’economia circolare è infatti già una realtà nella nostra regione. Regione Lombardia, in questo piano, definisce in maniera integrata le politiche di prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti. E quelle di gestione dei siti inquinati da bonificare, trattando il rifiuto come risorsa. Riducendone ulteriormente la produzione. E incrementando i già elevati standard qualitativi della raccolta differenziata. In questo modo garantisce un più ampio riciclo dei rifiuti”.

Nel piano sono previsti programmi specifici per singola area d’intervento. Si tratta del Programma di prevenzione e del Programma di gestione dei rifiuti da imballaggi. Oltre che del Programma di riduzione dei Rifiuti urbani biodegradabili. Sono inoltre presenti anche due approfondimenti particolari, per i fanghi di depurazione e per l’amianto. Infine il piano contiene il Programma Regionale di Bonifica delle aree inquinate.

Analisi produzione rifiuti nel Programma gestione rifiuti in Lombardia

Nel Programma sono state analizzate le dinamiche di produzione dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali, valutando la qualità del rifiuto differenziato urbano intercettato, le iniziative previste per la prevenzione dei rifiuti, lo sviluppo dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani.

I dati dei rifiuti urbani

Nel 2020 la raccolta differenziata in Lombardia ha raggiunto il 73,3% medio regionale con il 20% dei Comuni che si attestano stabilmente oltre l’80%. L’obiettivo che fissa il piano al 2027 è pari all’83,3%.

La percentuale di raccolta differenziata a livello comunale è cresciuta costantemente negli ultimi dieci anni. Emerge, quindi, come in Lombardia si sia realizzato un significativo efficientamento dei servizi di raccolta. Esso ha permesso di raggiungere importanti traguardi quali la diminuzione e la stabilizzazione della produzione pro-capite di rifiuti. E anche il contestuale innalzamento della percentuale di raccolta differenziata. Il modello di raccolta che ha portato a questi risultati è quello porta a porta (esteso ad oltre l’80% dei Comuni lombardi).

Le valutazioni effettuate hanno portato a stimare una percentuale di riciclo media regionale raggiunta nel 2019 pari a 54,9%. Il dato è interessante poiché anticipa di sei anni il conseguimento dell’obiettivo nazionale previsto dalla revisione della Direttiva dell’Unione europea.

Il complesso dell’impiantistica lombarda ha ampiamente garantito la piena l’autosufficienza regionale di trattamento del rifiuto urbano. L’87% del rifiuto urbano residuo è stato trattato all’interno della provincia di produzione nel pieno rispetto del principio di prossimità. Non emerge, dunque, il fabbisogno di nuova impiantistica dedicata ad incenerimento per i rifiuti urbani e speciali non pericolosi, né la necessità di imporre il decommissioning degli impianti esistenti.

Dati rifiuti speciali

programma gestione rifiuti lombardiaPer quanto concerne i rifiuti speciali (dati del 2018) sono state prodotte quasi 33 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui il 92% è costituito da rifiuti non pericolosi e il restante 8% da rifiuti pericolosi. Complessivamente i rifiuti speciali rappresentano circa l’87% della produzione totale dei rifiuti lombardi. La gestione attuale dei rifiuti speciali avviene per l’81% attraverso il recupero di materia. Per il 3% mediante il recupero di energia. E per il restante 16% mediante attività di smaltimento. Il 14,5% dei rifiuti speciali prodotti in Lombardia vengono inviati fuori Regione.

La rete impiantistica regionale gestisce poi, oltre ai flussi dei rifiuti speciali lombardi (circa 70% del totale ricevuto), anche rifiuti provenienti da fuori Regione (circa 20%) e dall’estero (circa 10%). Si tratta di rifiuti che vengono prevalentemente utilizzati nella prospettiva dell’economia circolare, come materia prima seconda (metalli, legno ecc) per nuove produzioni.

Obiettivi del Programma gestione rifiuti della Lombardia

programma gestione rifiuti lombardia

Il PRGR prevede, inoltre, l’efficientamento dei processi di selezione e riciclo con riduzione della produzione degli scarti a essi associati. In tale processo, svolgerà un ruolo chiave il prossimo auspicabile sviluppo tecnologico sia nel campo della selezione dei materiali, sia nel campo dell’effettivo riciclo. L’obiettivo che la Lombardia si pone, in linea con la gerarchia europea, è la ‘discarica zero’: a questa modalità di smaltimento bisogna ricorrere solo in forma residuale per quelle frazioni che non possono essere recuperate come materia ed energia.

Nuovi impianti

Il piano prevede anche dei criteri precisi per la localizzazione dei nuovi impianti e per le modifiche di quelli esistenti. Compresi gli impianti di stoccaggio. In primis dispone una maggiore tutela delle aree di connessione ecologica, prevedendo l’esclusione dei Corridoi Regionali Primari della Rete Ecologica Regionale. Ossia gli elementi territoriali di collegamento delle aree prioritarie per la biodiversità.

Programma di gestione dei rifiuti contenenti amianto

Nel piano si stima il cemento-amianto ancora presente (circa 35 chilometri quadrati) sulla base di un censimento svolto da Arpa. Si prefigge l’ambizioso obiettivo di liberare la Lombardia da questo materiale entro il 2027, anche tramite bandi come quelli già introdotti in questi anni. Si garantirà un numero adeguato di impianti per lo smaltimento.

Programma gestione fanghi da depurazione

Per quanto riguarda i fanghi da depurazione, il piano effettua una valutazione approfondita della produzione e gestione attuale, individuando scenari futuri. Come assicurare il destino dei fanghi di alta qualità in agricoltura, dove sono utili per la fertilità del suolo. Individuare destini alternativi per i fanghi meno adatti come il recupero energetico. E soprattutto puntare sul recupero del fosforo, essenziale per fertilizzare i campi. Attualmente esso proviene quasi interamente da fuori Europa. Il piano indirizza in sintesi una vera gestione circolare dei fanghi, utilizzandoli al meglio e riducendo i problemi per il territorio.

Programma regionale di bonifica delle aree inquinate

Il Programma mira a delineare un quadro aggiornato delle criticità presenti sul territorio lombardo e a proporre un insieme di azioni da attuare, nel breve e medio termine, volte a garantire e migliorare lo svolgimento dei procedimenti di bonifica e a perseguire più efficacemente l’obiettivo generale di eliminare, contenere o ridurre le sostanze inquinanti in modo da prevenire e limitare i rischi per la salute e per l’ambiente connessi alla contaminazione dei suoli, restituendo a nuovi usi e funzioni porzioni di territorio attualmente compromesse.

Dati bonifiche

Alla fine del 2021, il numero totale dei siti censiti in Lombardia nella banca dati regionale Agisco ammonta a oltre 6.000, di cui 2.829 bonificati, 1.006 potenzialmente contaminati e 1.021 contaminati. I siti non contaminati per cui si è chiuso il procedimento, per assenza di contaminazione sono oltre 1.200. In termini di estensione, il territorio complessivamente interessato dai procedimenti corrisponde a circa 10.650 ettari. Di questi circa due terzi sono relativi ai siti con procedimento in corso mentre i restanti sono relativi a siti per i quali è stato concluso positivamente il procedimento (bonificati o non contaminati).

Incremento numero bonifiche

Rispetto al 2012, si osserva un incremento di oltre il 30% nel numero complessivo di siti censiti (da 4.465 a 6.038 a fine 2021), con un aumento molto significativo dei siti bonificati (ovvero siti che hanno completato l’iter di bonifica e sono stati certificati) di circa 20%.

Supporto ai Comuni

Per le amministrazioni comunali che intervengono d’ufficio, si prevede un’azione di supporto per gli aspetti tecnico-procedurali.
Il piano bonifiche, in merito alle aree contaminate dismesse, sottoutilizzate e degradate, non si limita agli interventi di bonifica, ma si prefigge di incentivarne la contestuale rigenerazione urbana o territoriale. Con particolare attenzione ai siti dismessi in prossimità di elementi primari della Rete Ecologica Regionale in attuazione delle strategie del Green Deal europeo.

Basso impatto ambientale

La Regione incentiva il ricorso a tecnologie di bonifica a basso impatto sull’ambiente e la gestione sostenibile dei rifiuti prodotti dalle attività di bonifica secondo le norme di settore. Prosegue, infine, l’impegno nel garantire la tutela delle acque sotterranee dall’inquinamento. Si prevede di istituire presso Arpa Lombardia un centro di competenze mirato alla tutela delle falde e alla limitazione dell’inquinamento diffuso.

“La Lombardia – conclude l’assessore – è già oggi una delle regioni più avanzate in Europa verso l’economia circolare. Con l’attuazione di questo piano rafforzerà la propria posizione di leadership nel percorso verso lo sviluppo sostenibile”.

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