Termovalorizzazione: in Lombardia sistema controllo emissioni tra i più evoluti

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“Regione Lombardia è all’avanguardia nel monitoraggio delle emissioni degli impianti di termovalorizzazione e di incenerimento dei rifiuti. Le Bat Conclusion (migliori tecniche disponibili) sugli inceneritori, pubblicate dalla Commissione Europea il 3 dicembre scorso e presentate oggi, parlano di un campionamento in continuo delle diossine che Regione Lombardia effettua già dal 2007, così come il monitoraggio delle emissioni presente nella disciplina regionale dal 1995”. Lo ha affermato l’assessore all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo nel corso del suo intervento introduttivo durante il seminario ‘Le Bat conclusions sull’incenerimento rifiuti: le migliori tecnologie per la gestione sostenibile dei rifiuti” che si è svolto questa mattina a Milano.

“Anche sul fronte del limite delle emissioni Regione Lombardia ha anticipato i tempi. Con una delibera del 2012 ha introdotto valori guida e obiettivo maggiormente restrittivi rispetto a quelli imposti dalla legge nazionale, che fossero di riferimento per i gestori di impianti di trattamento dei rifiuti urbani e per le autorità competenti a rilasciare le autorizzazioni” ha spiegato l’assessore. Per portare alcuni esempi – spiega l’assessore – Regione Lombardia per i parametri di emissioni di polveri sottili ha imposto per i propri termovalorizzatori limiti inferiori a quelli posti dall’Unione europea. Il limite europeo per le polveri è di 10 milligrammi per metrocubo, mentre quello regionale è tra 8 e 10. Lo stesso vale per gli ossidi di Azoto: il limite nazionale ed europeo è fissato a 200, mentre quello della Lombardia è ricompreso tra i 70 e i 200 milligrammi per metrocubo e le emissioni di molti termovalorizzatori sono addirittura al di sotto del limite minimo di 70”.

“In Lombardia – ha ricordato Cattaneo – sono presenti 13 termovalorizzatori, un terzo di quelli presenti in Italia. E le performance sono di gran lunga migliori rispetto al termovalorizzatore più conosciuto e tra i più avanzati d’Europa, che è l’impianto di Copenaghen. Lo stesso vale per le emissioni, che sono paragonabili o addirittura più basse e non nuocciono alla salute. Le emissioni di polveri del termovalorizzatore Silla 2 sono di 0,1 milligrammi per metrocubo. Ottime performance per gli impianti Rea di Bergamo con emissioni di polveri sottili pari a 0,09 milligrammi per metrocubo, l’impianto Core di Sesto San Giovanni con 0,09 milligrammi per metrocubo, A2A di Brescia 0,2 milligrammi per metrocubo o Silea a Lecco 0,5 milligrammi per metrocubo”.

Per quanto riguarda il recupero energetico l’assessore ha precisato che “I termovalorizzatori, come riconosciuto anche dalla Commissione Europea (Comunicazione n-34 del 26/01/2017) fanno parte a pieno titolo dell’economia circolare. Il rifiuto non riciclabile diventa una fonte energetica alternativa ai combustibili fossili”.

“In Lombardia – ha spiegato l’assessore – solo lo 0,6% dei rifiuti finisce in discarica tale e quale e il 2,5% compreso la frazione decadente. Ciò dimostra come sia presente un modello virtuoso di gestione dei rifiuti, che è reso possibile grazie al 70% di raccolta differenziata, all’avvio a recupero di materia del 61% dei rifiuti e a recupero di energia del 30%, alla presenza di 13 termovalorizzatori, di 78 impianti di compostaggio e più di tremila impianti di trattamento rifiuti”.

Inoltre, l’assessore ha ribadito che “i termovalorizzatori della Lombardia riescono a produrre calore da fonti rinnovabili permettendo di risparmiare il consumo di carburanti fossili. Dalla cogenerazione effettuata nel termovalorizzatore Silla 2 di Milano l’impianto consente la produzione di energia elettrica e termica che viene immessa nella rete di teleriscaldamento che permette di illuminare 119.000 famiglie e riscaldarne 33.500”.

fsb

 

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