Il coregone, pesce simbolo del Garda, potrà tornare a essere immesso nelle acque del lago di Garda dopo cinque anni di stop alla pesca. Lo annuncia l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi. Questo dopo che la Legge di Semplificazione 182 del 2 dicembre 2025 ha introdotto la sospensione del divieto di immissione delle specie non autoctone fino al 31 maggio 2026. Si tratta di un vincolo in vigore dal 2020 che aveva bloccato ogni ripopolamento del pregiato pesce con pesanti ripercussioni sulla pesca professionale e sulla tradizione del territorio.
“Sono giorni importanti per il territorio del Garda – commenta l’assessore Alessandro Beduschi – e per tutta la pesca lombarda. Viene meno un divieto che aveva di fatto messo a serio rischio la permanenza nel lago di una specie da secoli presente nelle sue acque ma ancora considerata ‘aliena’. Creando enormi difficoltà ai pescatori e a tutto l’indotto economico legato alla ristorazione. Il ritorno del coregone non è solo un gesto simbolico, ma il risultato di un lavoro serio. Supportato da dati tecnici e da una forte volontà della Regione di ristabilire equilibrio e buon senso”.
Coregone, pesca possibile da febbraio 2026 nel Lago di Garda
Con la modifica normativa, parte immediatamente la fase operativa. Nei prossimi giorni inizierà la ricerca dei riproduttori da parte dei pescatori professionali del Garda, indispensabile per garantire all’incubatoio ittico di Desenzano un bacino di circa 40 milioni di uova, il quantitativo necessario per programmare le immissioni del 2026.
“Se tutto procederà come ci auguriamo – prosegue Beduschi – già a febbraio potremo immettere i giovani coregoni nel Garda. È un passaggio storico, atteso da anni, che restituisce prospettiva e futuro alla pesca gardesana”. Il ritorno del coregone rappresenta anche una scelta strategica per la valorizzazione del lago e delle sue attività tradizionali. “Questo provvedimento dimostra che la Lombardia sa ascoltare i territori e intervenire quando serve – conclude l’assessore – garantendo continuità a una specie che qui ha rappresentato per decenni lavoro, identità e qualità, e sostenendo un comparto che merita attenzione, strumenti e certezza normativa”.




