Case popolari, 30 milioni per recupero e manutenzione alloggi sfitti

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Dotazione economica viene ripartita tra Aler e Comuni lombardi

Sono 30 i milioni di euro per il recupero, la manutenzione e la riqualificazione delle unità abitative destinate a servizi abitativi pubblici e non utilizzate per carenze manutentive ai fini della rapida assegnazione degli alloggi sfitti.
Lo prevede la delibera approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali, abitative e Disabilità Stefano Bolognini, che definisce i ‘Criteri del programma di recupero’ di unità abitative localizzate nei Comuni non classificati ad alta intensità di fabbisogno abitativo, ai sensi della programmazione regionale e del programma per la realizzazione di ‘Servizi abitativi transitori’ (Sat).

La dotazione

Della dotazione, sono previsti 27.000.099 euro per interventi di riqualificazione destinati alle Aler (60% della dotazione, 16.200.059 euro) e i Comuni lombardi (40% della dotazione,
10.800.039 euro) proprietari di alloggi adibiti a patrimonio abitativo pubblico localizzati in tutto il territorio lombardo ad esclusione del territorio comunale di Milano, che hanno
certificato i dati nella piattaforma informatica dell’Anagrafe regionale del patrimonio abitativo.
I restanti 3 milioni sono destinati a unità abitative, o loro porzioni, da destinare a servizi abitativi transitori (Sat) di proprietà delle Aler (60% della dotazione, 1.800.000 euro) e dei
Comuni capoluogo, a eccezione di Milano (40% della dotazione, 1.200.000 euro).
Il contributo è ripartito proporzionalmente tra i Comuni capoluogo e le Aler sulla base della media del numero di sfratti eseguiti nel triennio 2016/2018, nel territorio del capoluogo e
della provincia.

Tipologia di interventi ammissibili

Gli interventi devono essere finalizzati a rendere prontamente disponibili alloggi sfitti inutilizzabili; potranno comprendere anche lavori di ripristino e di manutenzione delle eventuali parti comuni, unicamente se connessi e necessari a rendere assegnabili gli alloggi sfitti inutilizzabili.

Importo massimo di finanziamento ammissibile

L’importo massimo di contributo assegnabile a ciascun ente proprietario è definito sulla base del numero di alloggi di proprietà dell’ente che siano sfitti per carenze manutentive. Il dato deve essere stato certificato nell’Anagrafe Regionale del Patrimonio Abitativo e dell’Utenza nell’ambito della Piattaforma informatica L.r. 16/2016, entro la data del 18 ottobre 2019.

Numero di alloggi e finanziamento massimo

Fino a 6 30.000 euro; 7 – 15 85.000 euro; 16 – 25 125.000 euro; 26 – 60 250.000 euro; 61 – 100 450.000 euro; 101 – 150 700.000 euro; 151 – 250 1.200.000 euro; 251 – 400 1.500.000 euro; 401 – 700 3.000.000 euro; 701 – 1.000 5.000.000 euro; oltre 1001 6.000.000 euro.
Questi massimali non potranno essere superati.

Tempi di attuazione degli interventi

Gli interventi devono essere avviati entro nove mesi dal riconoscimento del finanziamento e concludersi entro due anni dall’avvio dei lavori.
Per quanto riguarda la seconda linea di finanziamento (‘Programma per la realizzazione di servizi abitativi transitori (Sat), di cui alla legge regionale 8 luglio 2016, n. 16 ‘Disciplina regionale dei servizi abitativi’, art. 23′) le risorse massime disponibili per la copertura del programma sono pari a euro 3.000.000, così ripartite: una quota massima del 60%
(1.800.000 euro) da assegnare alle Aler; una quota massima del 40% (1.200.000 euro) da assegnare ai Comuni capoluogo (a eccezione di Milano).

Tipologia di interventi ammissibili

Tra gli interventi, finalizzati a rendere disponibili unità abitative per Servizi Abitativi Transitori sono previste la riqualificazione, il recupero, la trasformazione della tipologia, il frazionamento, l’accorpamento, la manutenzione, di unità abitative disponibili nel patrimonio destinato a servizi abitativi pubblici (Sap); patrimonio anche non abitativo o non afferente al patrimonio già destinato a Sap.

Il riparto delle risorse

Il contributo assegnato ai Comuni capoluogo e alle Aler è ripartito tra gli enti proprietari in proporzione alla media del numero di sfratti eseguiti, nel territorio dei capoluoghi e delle province, nel triennio 2016-2017-2018.

Riparto ai Comuni capoluogo

La quota di contributo, pari a 1.200.000 euro, è ripartita tra tutti i Comuni capoluogo, escluso il comune di Milano, sulla base della media del numero di sfratti eseguiti nel triennio 2016-2017-2018, escluso il dato relativo al Comune di Milano.

In dettaglio, Comune capoluogo, media del numero di sfratti eseguiti nel triennio e quota di finanziamento in euro:
Bergamo, 590,00, 157.054 euro;
Brescia 476,67, 126.885 euro;
Como, 307,33, 81.810 euro;
Cremona, 169,67, 45.164 euro;
Lecco, 122,67, 32.653 euro;
Lodi, 299,00, 79.591 euro;
Mantova, 256,00, 68.145 euro;
Monza e Brianza, 1.160,67, 308.961 euro;
Pavia, 485,33, 129.192 euro;
Sondrio, 44,33, 11.801 euro;
Varese, 596,33, 158.740 euro.
Totale 4.508, 1.200.000 euro.

Le risorse devono essere utilizzate dai Comuni capoluogo per interventi nel solo territorio del capoluogo.

Riparto alle Aler

La quota di contributo, pari a 1.800.000 euro, è ripartita alle Aler proporzionalmente alla media del numero di sfratti eseguiti nel triennio 2016-2017-2018, in tutti i Comuni capoluoghi.

In dettaglio, Aler, numero medio di sfratti eseguiti nel triennio e quota di finanziamento in euro:
Aler Milano, 1.166,30, 369.981 euro;
Aler Bergamo, Lecco, Sondrio, 757, 240.133 euro;
Aler Pavia, Lodi, 784,30, 248.804 euro;
Aler Varese, Busto Arsizio, Como, Monza e Brianza, 2.064,30, 654.843 euro;
Aler Brescia, Cremona, Mantova, 902,40, 286.236 euro.
Totale 5.647,30, 1.800.000 euro.

Le risorse assegnate all’Aler di Milano devono essere utilizzate per interventi nel solo territorio provinciale. Le risorse assegnate alle Aler di Bergamo, Lecco, Sondrio, Pavia Lodi,
Varese – Busto Arsizio – Como – Monza e Brianza, Brescia – Cremona – Mantova, possono essere utilizzate per interventi nel territorio dei Comuni capoluogo e/o della provincia.

Tempi di attuazione

Gli interventi edilizi dovranno essere avviati entro dodici mesi dal riconoscimento del contributo ed essere conclusi entro due anni dall’avvio.

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