Compiono 50 anni il Teatro del Buratto di Milano e l’associazione CulTurMedia Legacoop, realtà centrali nello sviluppo della cooperazione teatrale in Lombardia. L’anniversario è stato celebrato nel corso del convegno ‘Memorie vive, futuro in comune‘ al quale ha partecipato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso. L’iniziativa ha riportato l’attenzione su un modello organizzativo che, a partire dagli anni settanta, ha contribuito in modo decisivo alla crescita dello spettacolo dal vivo, favorendo il radicamento delle compagnie nei territori e la diffusione della cultura in modo capillare.
Teatro del Buratto di Milano soggetto di rilevanza regionale
“Il Teatro del Buratto, riconosciuto come soggetto di rilevanza regionale e sostenuto da Regione Lombardia – ha affermato Caruso – da mezzo secolo lavora con continuità, costruendo progetti stabili nei quartieri e collaborazioni durature con le scuole e le famiglie. Questo è un contributo concreto alla tenuta culturale dei territori. È una realtà che rappresenta un presidio che ha saputo crescere insieme alla città e alla regione”.
“Basti pensare – conclude Caruso – che il valore della produzione di questo comparto in Lombardia, secondo i dati della stessa associazione, supera i 4,5 miliardi di euro, con 924 cooperative gestite (di cui 828 attive), oltre 992.000 soci e 36.270 addetti“.
Le realtà cooperative sul territorio regionale
La presenza sul territorio regionale di realtà cooperative è distribuita in modo capillare: la provincia di Milano conta il numero più alto (385), seguita da Varese (121), Monza e Brianza (73), Como (41) e Bergamo (37). Il settore mantiene una presenza significativa anche nei territori di Lecco e Brescia (entrambe 24 cooperative), Pavia (42), Mantova (48), Lodi e Cremona (entrambe 15) e Sondrio (3).
“Una rete ampia – ha aggiunto Caruso – che opera tanto nei centri urbani quanto nelle aree provinciali, contribuendo alla coesione sociale e alla vitalità culturale della Lombardia. La cooperazione teatrale ha garantito condizioni di lavoro più tutelate per gli artisti e ha permesso di mantenere il teatro accessibile anche dove il mercato non avrebbe potuto sostenerlo. Il nuovo Codice dello spettacolo dovrà tenere conto di questo: la cultura non vive solo nei centri maggiori, ma dove la presenza quotidiana conta più dei grandi eventi”.





