Cinghiali, Rolfi: prorogare di un mese caccia, per non vanificare sforzi

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Danni enormi a uomo e agricoltura da fauna selvatica

Caccia ai cinghiali, la Regione Lombardia ha chiesto ufficialmente all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) l’estensione di un mese del periodo per la caccia collettiva. Che la vigente normativa individua tra il 1° ottobre e il 31 dicembre con facoltà per le Regioni di disporne lo ‘slittamento’ dal 1° novembre al 31 gennaio.

La proposta regionale

“Per le fasce rosse come la Lombardia – ha detto Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi – dobbiamo necessariamente rimediare alla sospensione momentanea dell’attività venatoria derivante dal Dpcm del 3 novembre. La Regione potrebbe sospendere in ogni caso la caccia collettiva ai cinghiali fino al prossimo 7 dicembre. Per poi decretare un’estensione al mese di febbraio 2021. In questo modo rispetteremmo, comunque, l’arco temporale massimo di tre mesi previsto per questa forma di caccia”.

“La proliferazione incontrollata della fauna selvatica durante il periodo di lockdown – ha aggiunto Rolfi – rischia di comportare un grave pericolo sia per l’uomo, visti i numerosi incidenti stradali causati, sia per l’agricoltura”.

Presentando, un mese fa, i dati relativi agli abbattimenti degli esemplari della specie, l’assessore Rolfi ricordava che “la nuova legge regionale funziona. Gli abbattimenti dei cinghiali in Lombardia sono aumentati del 25% in un anno nonostante due mesi di stop totale imposto dal lockdown. Sono passati dai 2.900 del periodo gennaio-settembre 2019 ai 3.932 del periodo gennaio-settembre 2020″.

Effetti positivi della disciplina regionale

“Grazie all’attuazione della disciplina regionale per la gestione faunistico-venatoria del cinghiale – ha rilevato Rolfi – sempre più a regime sull’intero territorio lombardo, cominciamo a riscontrare effetti positivi. In termini di contenimento numerico e territoriale delle popolazioni di cinghiale”.

“La sospensione dell’attività venatoria e il blocco totale dei prelievi – ha sottolineato -comporteranno un effetto negativo. Ovvero una risalita della curva degli impatti socioeconomici provocati dalla specie”.

“Un riavvio della caccia collettiva – ha detto in conclusione l’assessore regionale – potrebbe evitare di compromettere gli sforzi fatti. E continuare a limitare questa specie fortemente problematica”.

ver

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