La Giunta della Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore al Territorio e Sistemi verdi Gianluca Comazzi, la revisione generale del Piano territoriale regionale (PTR). In questo modo è così avviata la fase conclusiva del percorso che porterà all’approvazione definitiva da parte del Consiglio. Questa tappa segna quindi una riforma centrale del sistema di governance territoriale lombardo, rinnovando uno strumento chiave per restare al passo con le nuove sfide ambientali, sociali ed economiche.
Approvata revisione generale Piano territoriale regionale della Lombardia
Il Ptr è il quadro di riferimento che orienta la programmazione territoriale della Regione e degli enti locali, definendo, in questo modo, la visione della Lombardia per i prossimi anni. Questa si articola su cinque pilastri fondamentali: coesione e connessioni, attrattività, resilienza, riduzione del consumo di suolo e rigenerazione, cultura e paesaggio. Il testo è inoltre pienamente allineato al ‘Programma regionale di sviluppo sostenibile‘ e alla strategia di sviluppo sostenibile.
Obiettivo territori più accessibili, connessi, attrattivi
“Con questo strumento – ha spiegato l’assessore Comazzi – possiamo dare una direzione chiara allo sviluppo della Lombardia nei prossimi anni. L’obiettivo è rendere i territori più accessibili, ben connessi, attrattivi per gli investimenti e più vicini ai bisogni concreti delle persone. Non è un esercizio teorico, ma una base solida per migliorare davvero la qualità della vita”.
Le novità del documento
Tra le novità contenute nel documento, l’individuazione di 54 nuovi poli di sviluppo regionale (oltre ai 12 capoluoghi), la semplificazione degli obiettivi strategici e una maggiore integrazione con le politiche regionali di settore. Il Piano include anche temi emergenti nella pianificazione territoriale, come la transizione energetica, la logistica, i data center e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Confronto con i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente
Parallelamente, è ripreso anche il confronto con il Ministero della Cultura per l’aggiornamento del ‘Piano paesaggistico regionale’, mediante la sottoscrizione di un nuovo Protocollo d’Intesa con il MiC (Ministero della Cultura) e il Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) , nel rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio.