Energia. Guidesi: intervenga Ue, sistema lombardo rischia di non reggere
Il focus di approfondimento di Unioncamere Lombardia sull’energia e l’accesso al credito per il sistema economico lombardo riporta segnali di preoccupazione. A rischio c’è infatti la tenuta della fase di crescita innescata quest’anno, e questo nonostante il secondo trimestre 2022 abbia registrato ancora andamenti positivi.
La tensione sui rifornimenti energetici già vista a fine 2021 è stata infatti esacerbata dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. Questo ha causato, notoriamente, forti rincari per tutti i prodotti, soprattutto il gas. Lo confermano le imprese lombarde intervistate che, già nel secondo trimestre dell’anno, segnalano rincari compresi tra il 40% e il 50% per gas ed elettricità.
Da Regione fatti tutti gli sforzi
“Le aziende lombarde – dichiara l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – già da mesi stanno compiendo sforzi straordinari. Hanno deciso infatti, in accordo con i propri lavoratori, di produrre di notte e nei fine settimana, cioè nei periodi meno costosi energeticamente. Tutto ciò per mantenere le quote di mercato “.
Energia, sistema lombardo messo in difficoltà
“È da un anno che ‘urliamo’ per richiedere un intervento della Commissione Europea – continua – per arginare quella che da sempre definisco una ‘pandemia energetica’. Mentre l’Europa prende tempo senza decidere nulla, noi come Regione abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili. Abbiamo infatti investito 73 milioni di euro per l’efficientamento energetico, 175 milioni per il credito e 60 per la liquidità. È evidente però che non possiamo fare tutto da soli. Senza un intervento urgente e adeguato il sistema potrebbe non reggere”.
Economia in crescita fino a giugno
“Fino a giugno l’economia lombarda è cresciuta in misura significativa. Le nubi si sono però pesantemente addensate sulle prospettive future per la seconda metà dell’anno”. Commenta così Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia.
“Le criticità sul fronte dei costi energetici e delle condizioni di finanziamento – spiega – si sono molto aggravate. Tutto ciò sta compromettendo la capacità delle imprese di stare sul mercato investendo. Questo nonostante la solidità del nostro sistema economico”.
Industria manifatturiera
La situazione è più grave nell’industria manifatturiera, dove il costo del gas è sostanzialmente raddoppiato (+98,9%) e quello dell’elettricità è in crescita del +73,5%. Il comparto industriale è infatti penalizzato da settori fortemente energivori, per i quali i rincari hanno assunto dimensioni eccezionali. La siderurgia registra a luglio variazioni di costo pari al +143% per il gas e +107% per l’elettricità. Anche il tessile (rispettivamente +157% e +90%) e gli alimentari (+142% e +85%) mostrano incrementi molto rilevanti.
Nel Terziario rincari inferiori
Nel terziario si evidenziano in generale rincari inferiori ma sempre ben al di sopra dell’inflazione. L’eccezione si registra con alberghi e ristoranti dove i prezzi di gas ed elettricità sono aumentati del +76% sua base annua. Per quanto riguarda l’autosufficienza, l’industria si rivela il settore più maturo nel percorso verso l’autonomia energetica. Un terzo delle imprese industriali (34%) è in grado di produrre almeno in parte l’energia di cui deve approvvigionarsi per le proprie attività. Negli altri settori la presenza di impianti è nettamente inferiore (21% per il commercio al dettaglio, 14% per l’artigianato e 12% per i servizi).
Impennata dei tassi di interesse
L’impennata dei costi energetici si innesta su una situazione economica resa ulteriormente critica dall’aumento dei tassi di interesse. Questo incremento è stato determinato dalle politiche restrittive messe in atto dalle banche centrali per contrastare l’inflazione. Dal lato dell’accesso al credito, le imprese segnalano in particolare una crescita delle spese connesse alla richiesta di prestiti. In tutti i settori circa il 50% del campione registra un peggioramento per le condizioni applicate: tasso sui prestiti e costo complessivo del finanziamento.
Solidità finanziaria delle imprese
Occorre ricordare però come negli ultimi anni le imprese lombarde abbiano intrapreso un percorso di consolidamento dal punto di vista finanziario. Questo ha consentito agli imprenditori di mantenere una fiducia elevata nella propria capacità di far fronte al debito. La percentuale di intervistati che esprime preoccupazione su questo aspetto rimane infatti minoritaria. L’artigianato registra i valori più critici (livello di preoccupazione medio o alto pari a 33%). Seguono i servizi (25%) e il commercio al dettaglio (25%). Le imprese industriali si confermano le più solide (21%).
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