La Lombardia è la prima regione italiana a dotarsi di un ‘Teaching Hospital’ dedicato all’oculistica. Dalla sera di mercoledì 14 giugno il Pronto Soccorso oftalmico notturno (dalle 20 alle 8) si sposta all’interno dell’ospedale Fatebenefratelli che si trova esattamente dal lato opposto della strada. Di giorno, invece, il servizio sarà raforzato grazie agli specializzandi e in questo modo si potranno anche tagliare le attesa per le visite oculistiche che oggi sono le più richieste.
Questo progetto di riorganizzazione sanitaria è stato presentato a Palazzo Lombardia dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, insieme al prorettore dell’Università degli Studi di Milano e preside della Facoltà di Medicina, Gian Vincenzo Zuccotti, al professor Paolo Nucci, referente del corso di studio di Ortottica ed assistenza oftalmologica dell’Università degli Studi di Milano e all’ingegner Paolo Locatelli del Politecnico di Milano.
Coinvolti tutti gli 11 docenti della Statale di Milano
Hanno partecipato anche i direttori generali dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco, Alessandro Visconti e dell’Ats di Milano, Walter Bergamaschi; e Luca Rossetti, direttore Scuola di specializzazione in Oftalmologia; Giovanni Staurenghi professore di Oftalmologia del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche e Francesco Viola, professore di malattie dell’apparato visivo del Dipartimento di Scienze cliniche e di Comunità.
Cosa prevede il progetto dello spostamento del Pronto Soccorso notturno oftalmico
Il progetto prevede che il paziente con urgenza notturna si rechi al Pronto Soccorso generale del ‘Fatebenefratelli’ per essere preso in carico dagli infermieri che, con un metodo strutturato di valutazione dell’urgenza, potranno decidere in quali casi contattare lo specialista reperibile o rimandare il paziente alla mattina successiva. È prevista anche l’introduzione di uno strumento diagnostico che permetta agli infermieri del Pronto Soccorso generale di fotografare il fondo oculare e condividere quindi l’immagine con lo specialista reperibile per valutare l’urgenza del paziente.
Il ‘Teaching Hospital’ definito in conferenza stampa come il ‘Nuovo Oftalmico di Milano’ sarà il primo ospedale di insegnamento italiano. Saranno infattiì coinvolti tutti gli 11 docenti dell’Università Statale di Milano e le loro scuole di specializzazione.
Verso una razionalizzazione dell’offerta sanitaria
“Si tratta di un primo passo – ha spiegato Bertolaso – verso un’attività di razionalizzazione dell’organizzazione sanitaria e formativa partendo da quella che è una specialità particolarmente dedicata. La visita oculistica è, infatti, tra le più richieste dai cittadini”.
“In questo modo – ha aggiunto – rinforziamo di molto le risorse umane dell’oftalmico grazie al contributo di tutte le diverse cattedre di oculistica dell’Università. Così facendo riusciamo anche a coinvolgere gli specializzandi che sono una delle risorse fondamentali della nostra struttura non solo universitaria, ma anche ospedaliera. Il Teaching Hospital ci consente di mettere concretamente gli specializzandi nelle condizioni per migliorare le loro conoscenze e lavorare”.
Il personale del ‘Nuovo Oftalmico di Milano’
“Il personale – ha detto Paolo Nucci – sarà composto da uno staff residente, da consulenti interni all’Università ed esterni reclutati sulla base di specifiche competenze nelle 15 aree dell’oftalmologia. A questi si aggiungeranno più di 30 specialisti in formazione e più di 40 ortottisti, assistenti di oftalmologia in formazione”.
Ad oggi solo il 10% degli accessi notturni è urgente, il 20% rimandabile al mattino, il 70% non giustificabile
Il perché di questa scelta è ben spiegato dai dati illustrati da Paolo Locatelli docente del Politecnico di Milano. “Circa il 70% degli accessi notturni (dalle 20 alle 8) registrati fra il 2019 e il 2021 non sono giustificabili. Analizzando gli accessi giustificati in Pronto Soccorso, circa il 20% è rimandabile al mattino successivo. Solo il 10% quindi è effettivamente urgente e gestibile con le nuove modalità individuate”.
In particolare, nella fascia oraria 00:00-08:00, il numero di accessi che necessitano di un trattamento entro le 12 ore è contenuto (pari circa a 1,5 pazienti a notte)
“È un progetto che va nella giusta direzione – ha detto il prorettore Zuccotti – per mettere insieme competenze, assistenza e formazione. Dal punto di vista sanitario è sicuramente un passo avanti e la Lombardia è l’unica Regione in Italia ad averlo fatto”.